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Toscana, oltre 3mila i detenuti nelle carceri: 3% sono donne, quasi la metà stranieri

I dati della Fondazione Michelucci: al gennaio scorso i carcerati erano 3.159, di cui 3071 uomini e 88 donne. Il 49,8% dei detenuti è di origine straniera

La fotografia delle carceri in Italia e in Toscana che emerge dalla ricerca della Fondazione Michelucci, presentata oggi nel corso del convegno organizzato dal Garante per i diritti dei tenuti della Toscana, Giuseppe Fanfani, è in chiaro scuro. Dopo la condanna inflitta all’Italia dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per trattamenti inumani e degradanti (violazione dell’Art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo), originata dal cronico sovraffollamento delle strutture carcerarie, il nostro Paese ha messo in campo una serie di interventi di tipo normativo, di tipo edilizio e di tipo organizzativo, che hanno certamente contribuito a determinare un’attenuazione delle presenze in carcere.

Dal picco di 67.961 detenuti presenti alla fine del 2010, nel periodo successivo la situazione generale è andata man mano migliorando, scendendo progressivamente e sensibilmente sino a toccare i 52.164 detenuti presenti al 31 dicembre 2015. Nel corso del 2016, tuttavia, il numero di persone detenute è andato nuovamente ad incrementarsi. Alla fine del 2018 le persone detenute in carcere erano 59.655 e, al 31 dicembre 2019, le presenze sfondavano la soglia delle 60.000 unità.

Quanto poi è seguito deve essere interpretata alla luce della grave emergenza pandemica da Covid-19 che ha investito, a partire dal febbraio 2020, il mondo intero. A seguito di una serie di interventi emergenziali la popolazione detenuta in Italia, nel corso del 2020, è progressivamente scesa, giungendo a toccare a fine anno le 53.364 unità (51.109 uomini e 2.255 donne). L’indice di sovraffollamento è, dunque, inizialmente sceso dal 151% registrato alla fine del 2010 al 105,6% alla fine del 2015. Alla fine dell’anno 2019 l’indice di sovraffollamento negli Istituti penitenziari italiani era leggermente aumentato raggiungendo il 119,9%. A seguito dell’emergenza sanitaria, l’indice di sovraffollamenti in Italia al 31 dicembre 2020 si attestava al 105,5%.

A livello regionale si è assistito ad un processo analogo: a fronte delle 4.242 persone detenute presenti in Toscana alla fine del 2011, dato variato di poco alla fine del 2012 (4.148) ed alla fine del 2013 (4.008), negli anni successivi si è assistito ad una stabilizzazione dei detenuti presenti attorno alle 3.260- 3.280 unità. Al 31 dicembre 2017 negli Istituti penitenziari della Toscana erano presenti 3.281 persone detenute, salite al 31 dicembre 2018 a 3.406. Al 31 dicembre 2019 le presenze nei 16 Penitenziari toscani erano 3.556 unità (3.451 uomini e 105 donne), mentre alla fine del 2020 le presenze erano scese a 3.204 unità (3.107 uomini e 97 donne). Dato quest’ultimo di poco variato al 31 gennaio 2021, quando le presenze erano scese a 3.159 (3.071 uomini e 88 donne).

Il sistema penitenziario toscano presenta una situazione piuttosto articolata, meritevole di grande attenzione: conta oggi 16 Istituti penitenziari per adulti, per una popolazione detenuta, al 31 dicembre 2020, pari a 3.204 unità (3.107 uomini e 97 donne). Le persone detenute di origine straniera erano, alla stessa data, 1.594, pari al 49,8% dell’intera popolazione detenuta in regione. Si tenga presente che la componente di origine straniera detenuta negli Istituti penitenziari italiani ammontava, nello stesso momento, al 32,5%.

Le persone detenute tossicodipendenti presenti nelle strutture penitenziarie della Toscana, al 31 dicembre 2020, erano 911, pari al 28,4% della popolazione detenuta complessiva (3.204) e, di queste, ben 435 (il 47,7%) erano di origine straniera. Alla stessa data le persone detenute per reati legati agli stupefacenti erano 1.092 (il 34,1% del totale), delle quali 663 erano di origine straniera (il 60,7%).

Molto più contenuta, in Toscana, la presenza di donne detenute, ferma al 3% sul totale della popolazione carcerata, a fronte di una media nazionale pari al 4,2%. Alla fine del dicembre 2020 le donne detenute erano in tutto 97, tutte all’interno dell’Istituto di Firenze Sollicciano.

Rispetto alle posizioni giuridiche dei detenuti presso gli Istituti penitenziari toscani si evidenzia come al 31 dicembre 2020, le persone in attesa di primo giudizio fossero 439 (13,7%); le persone condannate non definitive (appellanti, ricorrenti, misti) risultassero 361 (11,3%) e le persone condannate in via Inquadramento generale 19 definitiva ammontassero a 2.400 (74,9%); gli internati fossero rappresentati da una sola unità; le persone non computabili fossero 3 (0,1%).

Il processo di attenuazione del sovraffollamento si è certamente riverberato anche sul sistema penitenziario regionale, basti pensare ai 4.148 detenuti presenti al dicembre 2012. Questa progressiva riduzione ha favorevolmente inciso soprattutto su alcuni penitenziari, primo fra tutti il Complesso Penitenziario di Firenze Sollicciano che dai 999 presenti del 31 dicembre 2013, è passato ai 698 detenuti presenti al 31 dicembre 2015, per poi riprendere una Leggera risalita: 731 al 31 dicembre 2016, 791 al 31 dicembre 2019, ridiscendendo Leggermente a 704 unità alla fine del 2020.

Solo nel corso del 2020 si è registrata, a causa anche dell’emergenza sanitaria, un decremento rispetto almeno all’anno 2019, ancorché taluni Istituti penitenziari mantengano un certo livello di sovraffollamento. Si ricorda, infine, che la Casa circondariale a custodia attenuata di Empoli è stata chiusa nell’agosto 2016, allo scopo di realizzarvi la seconda REMS in Toscana e lo storico Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino è stato totalmente lasciato dall’Amministrazione penitenziaria nel giugno 2017. Al 31 dicembre 2020 la capienza regolamentare dei 16 Istituti penitenziari presenti in Toscana ammontava a 3.100 posti, mentre i detenuti presenti erano 3.204.

A tal proposito risulta utile osservare che la situazione strutturale degli edifici penitenziari toscani presenta ancora oggi una serie di problematicità che attendono soluzioni. Si tratta di edifici o parti di edifici, interni a vari penitenziari regionali, che attendono il completamento di lavori di ristrutturazione: è il caso degli Istituti di Arezzo, di Livorno, di Firenze Mario Gozzini. L’ultimazione di questi lavori potrebbe effettivamente liberare nuovi posti e, soprattutto, migliorare le condizioni di vita di molti detenuti che si trovano ristretti in sezioni detentive da chiudere definitivamente o da ristrutturare.

Per quanto attiene, in conclusione, alle presenze presso gli Istituti penitenziari minorili in Toscana si evidenza che presso l’Istituto penale minorile “Meucci” di Firenze, alla data del 31 dicembre 2020, erano presenti 14 giovani, mentre presso l’Istituto penale minorile di Pontremoli erano presenti 7 ragazze. La presenza media giornaliera presso l’IPM di Firenze, nel corso del 2020, si è attestata sulle 14 unità, mentre a Pontremoli si è attestata sulle7-8 unità. A fine 2020 le presenze presso gli Istituti penali mnorili italiani erano complessivamente 278. Nel corso del 2020 il Centro di Prima Accoglienza di Firenze ha registrato 19 ingressi. Presso l’IPM fiorentino, nel corso dell’anno, si sono registrati 12 episodi di autolesionismo ed un tentato suicidio. Nell’IPM di Pontremoli gli episodi di autolesionismo sono stati in tutto 2 ed un tentato suicidio.


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