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Origine del latte, Coldiretti: "Etichetta non più obbligatoria. Specialità a rischio"

Latte

Il pericolo è dietro l’angolo e non è mai stato così vicino. Dal 2022 riconoscere latte e formaggi 100% italiani, e così il paese di origine di molti altri prodotti in scadenza come la pasta, sarà molto più difficile per il consumatore. Scade infatti l’obbligo di etichettatura di origine del latte utilizzato con il rischio di spacciare produzioni estere per Made in Italy.

A lanciare l’allarme è Coldiretti Toscana preoccupata per gli effetti sul settore che conta circa 1.500 imprese tra produttori e allevatori, 2 denominazioni di origine controllata e ben 34 specialità tradizionali regionali.

“Si tratta di un passo indietro pericolosissimo rispetto a un percorso di trasparenza che nel corso degli anni ha portato indiscussi benefici ai consumatori e alle imprese della filiera agroalimentare che hanno puntato sul 100% Made in Italy. Con l’entrata in vigore delle norme UE non sarà più obbligatorio indicare il paese di origine del latte sulle confezioni dei formaggi. E’ una rivoluzione al contrario che va nella direzione opposta rispetto a quella chiesta dai cittadini. L’etichettatura è una garanzia per chi acquista ed è un valore aggiunto di una filiera di qualità. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Il rischio è quello di creare nuovi spazi di manovra per chi inganna i cittadini con prodotti di bassa qualità spacciati per nostrani e vanificare il lavoro di agricoltori ed allevatori. Chiediamo dunque al Governo di intervenire nei confronti dell’UE con urgenza per la proroga del decreto sul latte e i formaggi e per tutti gli altri in scadenza. Il nostro paese, che è leader europeo nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie poiché in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alle richieste dei consumatori italiani ed europei”.

Non a caso sono ben 1,1 milioni le firme raccolte nell’ambito dell’iniziativa dei cittadini dell’Unione Europea “Eat original! unmask your food” promossa dalla Coldiretti, da Campagna Amica e da altre organizzazioni europee, da Solidarnosc a Fnsea, per l’estensione dell’obbligo di etichettatura con l’indicazione dell’origine su tutti gli alimenti.

Tra i formaggi Made in Tuscany più famosi nel mondo c’è il pecorino toscano che è anche il più minacciato fuori dai confini nazionali da fenomeni come italian sounding e contraffazione. Dal 2015 al 2019 sono stati 51 gli interventi sul web, principalmente sulle piattaforme di e-commerce, da parte del dipartimento dell’ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressioni frodi dei prodotti agroalimentari, a tutela dei prodotti italiani. Ma a rischio ci sono le tante straordinarie specialità locali come il pecorino delle balze volterrane Dop, il fossa del greppo senese, il marzolino di Lucardo, la pastorella del cerreto di Sorano, il pecorino a costa fiorita e molti altri. “Senza trasparenza porgiamo il fianco frodi all’agropirateria e a situazioni che favoriscono la concorrenza sleale che rappresentano un grave danno per il settore lattiero caseario che già deve fare i conti con costi di produzione elevatissimi a fronte di un prezzo del latte ancora troppo basso. – conclude il presidente di Coldiretti Toscana, Filippi – I cittadini vogliono poter scegliere cosa mangiare ma per farlo hanno bisogno di conoscere l’origine delle materie prime”.

Fonte: Coldiretti Toscana - Ufficio stampa

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