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Ospedale di Campostaggia, un nuovo protocollo per favorire il parto naturale

"Un percorso che ha la finalità, prima di tutto, di informare le donne dell’importanza di mettere in campo tutte le azioni possibili per favorire il parto naturale, senza alcun rischio per madre e bambino" spiega il sanminiatese Massimo Gabbanini, direttore dell’Uoc Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Campostaggia

Un nuovo protocollo per incentivare ulteriormente il parto naturale e limitare il ricorso al taglio cesareo.

È quello adottato all’ospedale di Campostaggia e riguarda il “rivolgimento cefalico del feto in posizione podalica mediante moxibustione e rivolgimento per manovre esterne”, un percorso unico cioè che mette in linea l’azione ostetrica e quella medica dalla 32esima alla 38esima settimana di gravidanza.

“Siamo partiti dall’idea di costituire un ambulatorio unico che prenda in carico le donne in gravidanza in cui alla terza ecografia si riscontri la presentazione podalica del nascituro. Un percorso che ha la finalità, prima di tutto, di informare le donne dell’importanza di mettere in campo tutte le azioni possibili per favorire il parto naturale, senza alcun rischio per madre e bambino – spiega il sanminiatese Massimo Gabbanini, direttore dell’Uoc Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Campostaggia –. Questo è un Ospedale amico del bambino e siamo impegnati per favorire al massimo, ove possibile, il parto spontaneo rispetto al taglio cesareo, seguendo le raccomandazioni e le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità e della Regione Toscana”.

Questa modalità di intervento si può attivare quando, alla ecografia di screening programmata nel terzo trimestre, si evidenzi la posizione podalica del nascituro. A quel punto si può accedere all’ambulatorio nella prima parte del percorso gestito dal personale ostetrico, che adotta la tecnica della moxibustione (conosciuta anche come Moxa) con lo scopo di stimolare il bambino a trovare la posizione cefalica. Una pratica raccomandata dalle linee guida dell’Oms ormai da oltre dieci anni e che non comporta rischi per il feto e per la madre.

Se alla trentasettesima settimana la posizione è ancora podalica, in assenza di controindicazioni, il protocollo prevede l’attuazione della tecnica del rivolgimento per manovre esterne. Una competenza a questo punto dei medici ginecologi che, con una tecnica manuale, favoriscono ulteriormente il corretto posizionamento del feto.

“Anche in questo caso – afferma il dottor Gabbanini – l’azione è in totale sicurezza e non incide sul benessere fetale. Viene effettuata in regime di day hospital e sotto guida ecografica: il risultato è evitare un parto cesareo con vantaggi innegabili per madre e bambino”.

Come testimoniano Dybril Bassoum e Fatim Demba, genitori del piccolo Ousmane nato nei giorni scorsi con un parto naturale grazie proprio alla manovra di rivolgimento esterno.

“È andato tutto bene – affermano i neo genitori –, abbiamo accolto con favore questa opportunità quando ci è stata prospettata, perché volevamo evitare l’intervento con il cesareo e questa manovra ha consentito di partorire naturalmente e senza alcun problema per mamma a bambino. Ringraziamo chi ci ha consentito di vivere con la massima serenità questa esperienza”.

Fonte: Azienda Usl Toscana Sud Est - Ufficio stampa

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