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Morto Sebastiano Mirenda, una vita per la ceramica di Montelupo

Sebastiano Mirenda

A 89 anni è scomparso Sebastiano Mirenda, pilastro del settore della ceramica artistica di Montelupo Fiorentino e 'maestro torniante'. Il funerale si terrà alle 15 domani alla Chiesa dell'Ambrogiana. Ha trasmesso al figlio Salvatore e ai nipoti Matteo e Marco l'arte di lavorazione della ceramica, fatta e dipinta a mano come da tradizione.

Il particolare lavoro dei Mirenda riguardava l'unione tra la maiolica di Montelupo e la tradizione siciliana di famiglia all'interno del negozio La Galleria Nuove Forme d'Arte di via XX Settembre. Oltre alla produzione si erano specializzati nel creare 'esperienze' per coinvolgere curiosi e turisti nel magico mondo della ceramica.

Così ha commentato l'assessore alla cultura Aglaia Viviani alla notizia della scomparsa: "La perdita di Sebastiano Mirenda colpisce profondamente la comunità Montelupina, e tutto il mondo della ceramica nel quale Sebastiano è stato a lungo protagonista. L'attività prosegue in maniera efficace con i suoi discendenti, e suo nipote Matteo è nel direttivo della Strada della Ceramica di Montelupo. Alla famiglia le più sentite condoglianze da parte dell'amministrazione".

La storia di Sebastiano Mirenda raccontata dal figlio Salvatore

sebastiano mirenda

Figlio di una dinastia di tornianti, Sebastiano Mirenda è originario di Santo Stefano di Camastra in Sicilia, altro luogo noto per la ceramica come Montelupo. Iniziò questo mestiere a 9 anni il fratello, il quale ha fondato poi la locale Scuola della Ceramica. Iniziare questo mestiere a 9 anni negli anni '40 significava andare a scuola la mattina e il pomeriggio utilizzare il tornio a pedali, un attrezzo pesante e faticoso, non certo una cosa per tutti. Ma Sebastiano imparò molto velocemente.

"Gli andava stretto tutto", spiega il figlio. Così cominciò a lavorare a stagione dai mattonai di Pavia. Lì conobbe un tizio chiamato 'Mattone', che gli disse che se voleva lavorare e guadagnare poteva tornare con lui a Montelupo Fiorentino. A fine anni '50 si trasferì in pianta stabile dove cominciò a lavorare nelle fabbriche.

"Lavorò nella sua vita in due sole fabbriche, alla Miriam con i 'fratelli di lavoro' Carlo Lolli e Giampiero Venturi, e alla Corradini. Era conosciutissimo perché sapeva fare le over-size, le forme più grosse", spiega il figlio. Nel 1976 si mise in proprio e Salvatore cominciò a lavorare e a 'crescere' con lui. "Sono stato la sua ombra e ho imparato tutto da lui. Se oggi sono quello che sono, spero anche di assomigliargli, lo devo solo a quello che mi ha dato e quello che mi ha insegnato. Saranno gli altri a dire che fosse il migliore torniante, è uno dei migliori che veniva da un'altra cultura e che ha portato tanto alla comunità di Montelupo".

Anche Montelupo è gravemente afflitta da questa perdita: "Mi piacerebbe che fosse ricordato per quello che ha dato, è stato protagonista di un paese che non era suo perché veniva dalla Sicilia, ma è riuscito a dare qualcosa. Tutti lo cercavano e gli volevano bene. Mi ha insegnato che devi avere la voglia di confrontarti e guardare anche gli altri, finché non muori impari".

"A 90 anni voleva fare un vaso al tornio per un video su Tik Tok"

Emblematico un episodio, l'ultimo che riguarda Sebastiano Mirenda, raccontato ancora una volta dal figlio: "Era ricoverato da domenica, il 17 febbraio avrebbe compiuto 90 anni e per quella occasione aveva espresso il desiderio di rimontare sul tornio per fare un vaso, era da quando aveva 72 anni che era andato in pensione. Mi aveva chiesto di farne uno piccolo. Gli avevo detto che lo avrei ripreso per farne un video per TikTok, dove abbiamo 60mila followers. Lui poco tempo prima di morire, ricoverato in ospedale, mi aveva detto che stava un po' meglio e che si sarebbe rimesso in sesto per fare questo video, per farmi contento ed essere lui di nuovo contento. Questo era mio padre."

Elia Billero

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