Memoria, Nardini ricorda lo storico Klaus Voigt: "La Toscana gli è riconoscente"
“Grazie a figure come quella di Klaus Voigt che possiamo dare attuazione a quel lavoro di testimonianza e formazione di consapevolezza che abbiamo definito la cultura della Memoria, cercando di radicarla nelle nostre concittadini e concittadini e di trasmetterla alle giovani generazioni”. È uno dei passaggi del discorso con cui l’assessora alla cultura della memoria Alessandra Nardini ha portato questa mattina il proprio saluto e quello della Regione Toscana alla cerimonia di commiato collettivo organizzata nell’auditorium Santa Apollonia di Firenze dal Centro di documentazione ebraica contemporanea, dalla fondazione Museo della deportazione di Prato e dalla fondazione Villa Emma di Nonantola (Mo), con il patrocinio della stessa Regione Toscana, per rendere omaggio allo storico Klaus Voigt.
Voigt, deceduto lo scorso settembre a 82 anni dopo una breve malattia, rappresenta un pilastro della storiografia del Novecento, uno degli studiosi più importanti e significativi dell’esilio degli ebrei tedeschi dalla Germania nazista verso l’Italia. Profondo è stato il suo legame con il nostro paese e con la Toscana. Già docente alla Technische Universität di Berlino, ha insegnato alle Università di Bologna e Siena, ha avuto incarichi presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze e per quasi vent’anni è stato consulente del Museo della deportazione di Prato.
“L’iniziativa di oggi è un omaggio doveroso”, ha detto Nardini ricordandolo come “sicuro punto di riferimento per le istituzioni e per gli istituti culturali della nostra regione”, capace di dare un enorme contributo alla costruzione di un “un patrimonio culturale condiviso”, che ha permesso di chiarire sempre di più responsabilità e orrori del nazifascismo.
“La sua indagine storiografica e le sue opere – ha aggiunto - ci restano come indelebile testimonianza del suo lavoro di approfondimento, di analisi acuta e rigorosa. L’attività di studiosi come lui ci permettono di far luce su vicende che qualcuno avrebbe interesse a dimenticare e a far dimenticare”.
“La Toscana gli è riconoscente per tutto ciò che ha fatto e per ciò che ci ha lasciato in eredità e che cercheremo di utilizzare e valorizzare al meglio” ha concluso Nardini, prendendo l’impegno di continuare a promuovere i risultati dei suoi studi e la prosecuzione della sua opera, e di non arretrare sul fronte dell’impegno per una cultura diffusa della memoria.
Fonte: Regione Toscana