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Senza bandiere in Consiglio comunale, la controreplica di Nencini (Lega): "Auspico che il verbale riporti tutto"

Emmanuele Nencini

Consiglio comunale dai toni agitati quello che si è svolto martedì 12 ottobre a Certaldo. Dopo che la seduta è iniziata senza le bandiere della Repubblica Italiana e dell'Unione Europa, è iniziato lo scontro tra il gruppo consiliare Lega e la presidente del Consiglio comunale di Certaldo, Romina Renzi. A quanto riferito dalla Lega, Renzi ha risposto il giorno successivo, descrivendo l'atmosfera di aggressione che si sarebbe creata da parte dei consiglieri.

Oggi arriva la controreplica del vicepresidente del Consiglio comunale di Certaldo, Emmanuele Nencini, in quota Lega.

"È indiscutibile che i toni nell’ultimo Consiglio comunale siano stati alti, ma vorrei analizzare, punto per punto, la vicenda per ricostruirne l’accaduto, partendo dalla questione bandiere.

Il presidente Renzi, nel suo comunicato stampa, si è dimenticata di ricordare che già nella seduta precedente, proprio il sottoscritto, fece notare, in maniera amichevole e senza polemizzare, l’assenza delle bandiere, e con altrettanti toni pacati mi venne risposto che avevo ragione e che era stata una semplice dimenticanza. La questione si concluse con la mia raccomandazione affinché nella seduta successiva si fosse provveduto alla corretta esposizione del tricolore, come previsto dalla Legge. Nella seduta del 12 ottobre, però, si è ripresentata la stessa mancanza.

Terminato l’appello, dopo aver richiesto la parola, anche se negata dal Presidente, ho comunicato la mancata esposizione del tricolore. Forse per qualcuno non è una priorità, ma il rispetto verso il tricolore passa sopra qualunque altra questione o Istituzione, essendo la prima Istituzione a cui si deve l’assoluto e il massimo rispetto".

Nencini prosegue in una nota, dicendo che il presidente "cita di aver “preso atto e messo a verbale”, beh lo avrà anche fatto - continua - ma senza comunicarlo all’assemblea (o almeno io non ho sentito niente), a mio parere, sono stato semplicemente ignorato. A quel punto Baldini ha fatto un richiamo alla Legge e al Regolamento chiedendo una “mozione d’ordine”, con toni sicuramente alti ma non certo offensivi e assolutamente leciti essendo il capogruppo dell'unica opposizione, ma il presidente ha di nuovo ignorato la cosa dando la parola all’assessore Arrigoni per l'esposizione del primo punto all’ordine del giorno".

Il vicepresidente afferma in seguito che l'agitazione tra i banchi dell'opposizione è nata dopo "essere stati ignorati" e mentre i consiglieri Lega si consultavano "senza comunque interrompere o disturbare l’esposizione" sarebbe scoppiato quello che definisce parapiglia, "quando lo stesso assessore ha richiamato al rispetto delle Istituzioni agitando ulteriormente le acque, e a quel punto anche io con toni sicuramente alti, ma non assolutamente offensivi ho fatto presente che la prima mancanza di rispetto Istituzionale era stata proprio la mancata esposizione del tricolore. È a questo punto che il presidente ha cacciato Baldini e minacciato di chiamare la forza pubblica, accendendo ulteriormente gli animi, motivo per il quale è stata sospesa la seduta".

Una volta ripresa la seduta, Nencini afferma che durante la sospensione "i consiglieri di maggioranza, con i mezzi propri, si erano attivati mettendosi alla ricerca delle bandiere, che saranno poi regolarmente esposte alla ripresa dell'assemblea".

"Per quanto riguarda i successivi comportamenti del gruppo Lega, sottolineati dal presidente, non sono stati altro che meri richiami al Regolamento, dovuti ad alcuni punti all’Ordine del Giorno, che, a nostro avviso, non erano regolari, e come dice il Presidente nel suo comunicato, saranno valutati e eventualmente discussi nelle opportune sedi. Questo è quello che è avvenuto. Voglio auspicare che la trascrizione del verbale del Consiglio Comunale riporti tutto, e a tale riguardo non nego la mia preoccupazione, dal momento che nello streaming, nonostante i potenti mezzi tecnologici che il Comune mette a disposizione, manca tutta la prima parte, sia video che audio. Sicuramente la mia sarà una preoccupazione infondata che spero rimanga tale".

"Infine, mi dispiace che il presidente ne faccia una questione di genere - conclude il vicepresidente Necini - non smentendo comunque gli atteggiamenti tipici del PD, il quale per distogliere l’attenzione dalle questioni tende a fare vittimismi, richiamando e strumentalizzando temi che toccano la sensibilità popolare e dei quali abbiamo tutti il massimo rispetto, ma che nulla hanno a che vedere con l’argomento in questione".

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