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Sanità, incontro di SCE con Bezzini e Sostegni

Un grande bisogno di personale per i servizi socio sanitari pubblici. È veramente necessaria l’assunzione di ulteriori centinaia di operatori, soprattutto infermieri e medici (anche per il territorio!). Abbiamo chiesto alla Regione di rafforzare la pressione sul governo nazionale per assicurare più fondi per la spesa corrente. Ricordiamo che i tanto sbandierati fondi del PNRR non sono finalizzati alle assunzioni di personale a tempo indeterminato, possono essere usati solo per investimenti (su strutture e tecnologie, pur importanti, come, ad es., per le Case della Salute, ora chiamate Case della Comunità).

Inoltre, nella prossima manovra di bilancio regionale ci deve essere un riequilibrio per quanto riguarda anche i fondi derivazione europea, in favore dei servizi socio sanitari. Attenzione (su questo ci rivolgiamo anche al presidente Giani): a determinate manovre di bilancio corrispondono (ce lo ha ricordato nei giorni scorsi anche il prof. Lorenzo De Sio) modelli di sviluppo ‘vecchi’ o veramente inclusivi (e quelli che fanno più inclusione sono quelli di protezione sociale!), dei quali anche in Toscana c’è un grandissimo bisogno.

Tanti problemi sono stati certamente aggravati dalla pandemia, che ha visto tutti gli operatori sanitari e sociali sotto stress, e spesso sacrificarsi, a causa dell’emergenza (nonostante ci sia stata una certa immissione di nuovi operatori, prevalentemente per gli ospedali). Piena è la nostra solidarietà ai lavoratori del settore ed ai sindacati che in questo periodo si stanno mobilitando per il miglioramento delle condizioni di lavoro e per rivendicare scelte di fondo non più rinviabili

Immediata copertura dei posti mancanti nella dirigenza della sanità regionale. Abbiamo espresso la nostra preoccupazione circa un certo deficit di autorevolezza del governo centrale della Regione, con conseguente autoreferenzialità delle mega aziende sanitarie, e per uno scarso sviluppo della partecipazione alle scelte da parte degli operatori. La perdurante debolezza della struttura tecnica regionale per la sanità (mancata nomina di referenti di settore, la commissione di bioetica, quella per il rischio clinico, la rete oncologica, la comm.ne terapeutica e l'organismo per il governo clinico) comporta la mancata definizione di obiettivi operativi, di sistemi di controllo della qualità dei risultati ed un rischio di inadeguato uso delle risorse o duplicazioni di strutture specialistiche. Chiediamo fermamente che entro l’anno la Regione provveda alla copertura di queste postazioni con donne e uomini di alto profilo professionale, ben aderenti ai valori della difesa e rilancio della sanità pubblica, magari da reperire in modo aperto anche al livello nazionale.

Una più forte presenza della Toscana sui temi tavoli nazionali. Dobbiamo scongiurare il rischio che ‘la lezione della pandemia non sia servita’. Come autorevolmente è stato sintetizzato (https://salutedirittofondamentale.it/quattro-indizi-sul-rischio-privatizzazione-ssn/) anche a livello nazionale sono necessarie scelte di fondo. Ci preoccupa - ad es. - che, con il personale del SSN ‘rimasto al palo’, apprendere che nelle previsioni del DEF ci sia una riduzione delle risorse per la spesa corrente nel prossimo triennio oppure leggere, in documenti dell’’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, dei solleciti ad: “… una maggiore apertura all’accesso delle strutture private all’esercizio di attività sanitarie..”, oppure quella cosa pericolosissima che è la riproposta ‘autonomia regionale differenziata’ …

In Toscana mettere mano a scelte di sistema non più rinviabili. Sappiamo che prima dei prossimi ‘stati generali’ della sanità toscana dovrebbe essere approvato da parte del Consiglio Regionale un atto contenente ‘le priorità per la Salute in Toscana’. Noi intendiamo presidiare e contribuire a questo, su diversi temi, partire dalla questione che da troppo tempo ristagna, del rilancio dei distretti socio sanitari e ‘vere’ Case della Comunità.

A livello del territorio non si pone solo una questione di mancanza di personale, ma anche quella di rafforzare la piena integrazione tra operatori sanitari e sociali. Devono essere valorizzati i medici di medicina generale, attraverso non solo un più preciso obbligo di lavorare in gruppo, ma anche prevedendo un loro pieno inserimento nelle Case della Salute, assicurando lo svolgimento di tutte le attività che la sanità pubblica ritiene fondamentali e necessarie. Per non parlare dei servizi di prevenzione collettiva - a partire dalla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro - o di quelli della salute mentale, che hanno visto da tempo, anche nella nostra regione, un loro annichilimento inaccettabile. Abbiamo ribadito come la riforma delle ASL del 2015 debba essere rivista. C’è bisogno di accorciare la distanza tra le Direzioni e i territori attraverso la valorizzazione delle figure intermedie (responsabile di zona, direttore di presidio ospedaliero) e la loro dotazione di strumenti operativi gestionali, per consentirgli di essere referenti “forti” delle zone distretto e dei presidi ospedalieri, nei confronti degli operatori e degli organismi istituzionali come le conferenze di zona dei sindaci.

Ci sembra che sia l’assessore che il consigliere Sostegni abbiano riconosciuto un certo valore alla serie di rilievi e proposte che abbiamo avanzato. In particolare, l’assessore ha sottolineato il suo impegno affinché nelle prossime settimane siano ‘tamponate’ le urgenze più acute di personale. Ambedue i nostri interlocutori hanno concordato sulla necessità di scelte che rafforzino il carattere ‘pubblico e universalista’ del servizio socio sanitario toscano.

Mauro Valiani - Gruppo sanità Sinistra Civica Ecologista

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