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Bambino ucciso, una foto inchioderebbe la madre

C'è una svolta nel agghiacciante vicenda avvenuta ieri tra Chiusi e Città della Pieve, dove una 43enne di origini ungheresi residente a Chiusi ha portato il cadavere del figlio di 2 anni sul nastro merci di un Lidl di Pò Bandino, a pochissimi passi da Chiusi Scalo e dalla Toscana.

A quanto risulta dalle indagini, una foto del bimbo insanguinato e adagiato su una coperta sarebbe stata inviata via social al padre in Ungheria e a mandare la macabra immagine sarebbe stata proprio la donna, accusata di di omicidio volontario aggravato.

Il cerchio, dunque, si stringe sempre di più intorno alla 43enne, finita in stato di fermo durante la notte e adesso in custodia nel carcere di Perugia.

I carabinieri, che conducono le indagini coordinati dal sostituto procuratore Manuela Comodi, inoltre avrebbero raccolto una numerosi indizi che inchioderebbero la donna, i cui motivi per il folle gesto sarebbero ancora incerti.

Secondo le ipotesi attuali, il bambino sarebbe stato ferito all'interno di un casolare a poche centinaia di metri dal supermercato in cui la donna ha poi portato il bambino. Nello casolare è stato sequestrato un coltello e un altro era nella borsa della donna.

La 43enne, che si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ha comunque dichiarato di essere innocente al proprio avvocato difensore: secondo il suo racconto, si sarebbe allontanata dal piccolo per andare a prendere un giocattolo, lasciando il bimbo nel passeggino; al suo ritorno lo avrebbe trovato già ferito dalle coltellate.

Questa versione, però, non convince per nulla gli investigatori.

 

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