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Morte David Solazzo, 2 anni dopo chiesta archiviazione delle indagini: la famiglia si oppone

Il cooperante fu trovato senza vita nella casa dove soggiornava sull'isola di Fogo nel maggio 2019: chiesta l'archiviazione delle indagini avviate da Capo Verde e Roma

A distanza di due anni è stata chiesta l'archiviazione delle indagini sulla morte di David Solazzo. Il primo maggio 2019 il cooperante fiorentino fu trovato senza vita all'età di 31 anni, nella casa dove soggiornava sull'isola di Fogo, a Capo Verde. Su entrambe le inchieste aperte, una a Capo Verde e una a Roma, inquirenti e procura hanno richiesto l'archiviazione dei rispettivi fascicoli.

Ma la famiglia di Solazzo, che si è sempre rifiutata alla teoria dell'incidente domestico, ha presentato tramite gli avvocati istanza di opposizione all'archiviazione per entrambe le inchieste, di Roma e Capo Verde. Le richieste di archiviazione sono state notificate ad agosto, come ha spiegato Alessandra Solazzo, sorella del cooperante, e in entrambi i casi "si sostiene che si sia trattato di incidente domestico, e comunque le motivazioni sono piene di lacune e incongruenze. Le indagini alla fine non sono state fatte". Secondo quanto spiegato dall'avvocato della famiglia, tra le richieste nell'istanza di opposizione all'archiviazione presentata alla procura di Roma, ci sarebbe quella di effettuare rilievi di polizia scientifica nella casa dove alloggiava David Solazzo, mai stati eseguiti dalla polizia locale. L'abitazione è ancora chiusa e in disponibilità della famiglia, che ha continuato a pagarne l'affitto. La seconda richiesta è quella di esaminare cellulare e computer del cooperante, intanto dissequestrati dalle autorità di Capo Verde e restituiti alla onlus dove lavorava Solazzo. Infine la famiglia nell'istanza di opposizione chiede che vengano effettuati rilievi alcolemici sui campioni prelevati nell'autopsia, per verificare se come sostenuto dalle autorità di Capo Verde, il cooperante al momento del decesso fosse in stato di ebbrezza alcolica.

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