Keu sotto la 429, cinque mesi dall'inchiesta. I residenti: "Vogliamo tempi certi"
Il tempo continua a scorrere alle pendici della SRT 429. Oggi è il primo giorno di autunno e sono passate tre stagioni diverse da quel giorno, ormai oltre 5 mesi fa, che scosse il distretto conciario del comprensorio del Cuoio. L’inchiesta Keu, della Dda di Firenze sullo smaltimento illecito di rifiuti conciari, è ancora in corso (qui il resoconto) e sta riguardando più persone, e più luoghi della Regione. Dalla presunta presenza delle polveri inquinanti nei rilevati stradali, lo scorrere dei mesi e le analisi dei tecnici ambientali, hanno portato all’accertamento dell’esistenza dei materiali "di colore nero" sotto la grande strada che collega velocemente Empoli fino a Certaldo e Gambassi Terme, passando da Castelfiorentino.
L’occhio degli investigatori si è concentrato nel lotto V, tra Empoli e Castelfiorentino. Più nel dettaglio, le polveri inquinanti sono state rilevate nel tratto tra Brusciana e Molin Nuovo. La zona oggi la si può riconoscere prendendo come riferimento il cavalca ferrovia: su quell’argine, in mezzo all’erba e sotto il guard rail, si trova un telo verde scuro dove sono stati effettuati i prelievi.
Ai lati della 429 si estende una grande distesa di campi e case dove abitano diverse famiglie. Gli stessi residenti della zona, in questi mesi, hanno formato un Comitato per chiedere la tutela della loro stessa salute, prima nell’ottica del presunto smaltimento, dopo con i dati alla mano. Tra le richieste principali di questa porzione di cittadini c’erano carotaggi lungo tutta la 429, bonifica dei terreni e allacciamento all’acquedotto. Nella zona infatti, l’approvvigionamento idrico delle case avviene tramite pozzi privati. Il rischio era quello che, accertata l’esistenza degli inquinanti a fine giugno (cromo 26 volte oltre il limite) il passaggio della pioggia potesse filtrare fino alle falde acquifere, mettendo a rischio gli stessi pozzi. Dalla rilevazione di significative quantità di agenti inquinanti, il Comune si è attivato con indagini lungo tutto il percorso del lotto V, contemporaneamente alle analisi di Arpat su acque superficiali e pozzi privati a cadenza trimestrale.
Il tempo è dunque passato, i residenti sono stati più volte rassicurati dalle istituzioni (il Comune di Empoli si costituirà parte civile) ma la preoccupazione di coloro che hanno case, terreni e vivono tra Brusciana e Molin Nuovo, continua ad essere viva.
"Vogliamo tempi più certi, bisogna passare dalle parole ai fatti". A dirlo sono Dario Mandriani e Manuela Vezzosi. Dalla casa della giovane coppia, che si trova in via Piangrande oggetto dei controlli sia sui pozzi che sui terreni, sventola un grande striscione visibile mentre si è alla guida sulla SRT 429 dove si legge "Bonifica subito".
"Prima dovevamo aspettare che fosse accertato l'illecito. Poi è stato detto che effettivamente c’era il materiale inquinante sotto la strada. Il Comune ci ha risposto, dalla Regione per il momento niente. Adesso vogliamo tempi certi".
La stessa sindaca di Empoli Brenda Barnini è stata dai residenti ad aprile. Poi è tornata nel mese di luglio, a casa della coppia, per rassicurare loro e gli altri abitanti e per effettuare un sopralluogo insieme a tecnici comunali e una geologa. Proprio davanti l’argine di casa Mandriani, si nota un varco aperto tra la terra. Lì è dove qualche mese fa una ruspa ha prelevato il materiale per le analisi. Il pozzo di casa della coppia è stato analizzato per due volte e le acque sono state giudicate prive di valori inquinanti. Ma non si può ancora 'dormire su due cuscini'. Sempre secondo il fatto che le falde acquifere possano essere intaccate tramite il cadere della pioggia, i residenti continuano a richiedere l’acquedotto, punto su cui ancora non ci sono sviluppi. In questa zona l’allacciamento non è presente anche per la presenza della ferrovia.
Dario e Manuela nei mesi scorsi avevano raccolto l’adesione dei vicini per portare l’acquedotto. Dopo si è fatto avanti il Comune, come hanno spiegato, che sta lavorando per concretizzare questa richiesta. Da quanto appreso, secondo i piani l’acquedotto potrebbe passare sotto la lunga strada sterrata che costeggia buona parte di via Piangrande. Ma questa strada non è del Comune, bensì della Regione, ed è con quest'ultima che i residenti non hanno contatti.
"Dagli ultimi due mesi tutto tace – continuano Dario e Manuela – la partecipazione c’è stata da parte del Comune, ci ha sempre rassicurato per quanto riguarda l’acquedotto. A livello pratico però si va a rilento. Ci hanno detto che ci vorranno tempi lunghi". Questi tempi potevano essere più brevi in via Piangrande con il consenso di tutti ma, il progetto sulla strada sterrata regionale, sarebbe più completo. Prima che l’inchiesta venisse alla luce, "a noi andava bene il pozzo – spiegano – tutti abbiamo un sistema di filtraggio, ognuno con il suo impianto. Ma certamente non protegge da elementi inquinanti del genere. Certamente nessuno di noi si era posto il problema e, fino ad oggi, facevamo a meno dell’acquedotto".
Per il passaggio degli agenti inquinanti nelle falde acquifere tramite la pioggia, "ci hanno assicurato che ci vuole tempo. Ma la discesa del materiale nel sottosuolo è comunque inarrestabile" continuano i residenti. A fine aprile 2021, riuniti nel Comitato, c’erano anche Dario e Manuela che chiedevano in primis la tutela della salute insieme agli altri abitanti tra Brusciana e Dogana. Oggi le richieste continuano ad essere le stesse, nonostante le rassicurazioni, il contatto con le istituzioni e gli esami svolti: bonifica dei territori e acquedotto.
L’inchiesta prosegue e Dario, Manuela e tutti gli altri abitanti attendono che la giustizia faccia il proprio corso e che intorno alle loro case possa tornare la tranquillità: "Chiediamo che quello che ci è stato promesso venga fatto in tempi rapidi – concludono – compresi controlli a tappeto su tutto il rilevato stradale, la rimozione del materiale e la ricostruzione idonea del tratto di strada" dove sono presenti i materiali inquinanti.
Margherita Cecchin