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Dario Dainelli dal calcio al vino: "Passione e ironia, punto sulla qualità"

(foto gonews.it)

L'ex calciatore di Fiorentina, Chievo, Empoli e Genoa adesso produce vino a Cerreto Guidi. Tra 'Sbronzi di Riace' e camere-botti in vigna, si è raccontato ai microfoni di gonews.it

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Tra Empoli e Cerreto Guidi, sui colli dolci dell'Empolese Valdelsa, spunta il cartello Cantina Dainelli. Chi ama il calcio magari pensa subito a Dario Dainelli, ex difensore della Fiorentina passato dalle giovanili dell'Empoli, e poi si dice "mah, magari è un omonimo". E invece no, è proprio quel Dainelli.

Originario di Ghizzano (Peccioli), da un po' di tempo vive a Cerreto Guidi con la famiglia. Svestiti i panni da calciatore, si è messo quelli di enologo, ma anche di agronomo. Gli ettari di terreno intorno a casa sono diventati la Cantina Dainelli che producono per ora il rosso Red (dalle iniziali dei familiari) e il rosato Daino in Bolla. Saranno in vendita nei prossimi mesi.

L'attenzione per il prodotto è massima, così come era alta quando doveva marcare Ibrahimovic o Shevchenko. Non di rado lo si vede a vendemmiare o a lavorare direttamente in vigna, anche all'Isola del Giglio dove coltiva il bianco su terreni molto scoscesi e senza l'uso di macchine. Con passione e un pizzico di ironia Dainelli ha raccontato la sua nuova vita da produttore di vino.

Come nasce Cantina Dainelli?
L'idea è nata quindici anni fa quando a Peccioli, dove sono cresciuto, ho aperto un ristorante con un amico. Per fare la carta dei vini, con un sommelier abbiamo iniziato a girare le cantine. C'era la passione del vino ma non era così strutturata. Con alcuni amici ogni anno facciamo tour per scoprire cantine e fare degustazioni, quello è stato il primo step. Poi quando ero alla Fiorentina con mia moglie abbiamo deciso di comprare casa a Cerreto Guidi, ed erano presenti delle vigne. Da lì è nato lo studio e tre anni fa, alla fine della mia carriera, abbiamo deciso di creare ufficialmente la cantina.

Quando saranno in commercio i vini?
La presentazione ufficiale dei vini sarà a fine anno o a inizio 2022. Si è appena conclusa la prima estate in cui abbiamo vinificato e abbiamo venduto a delle cene in azienda il nostro prodotto. Ogni mercoledì infatti abbiamo fatto delle cene in vigna con due tipi di vino base.

Che vini sono?
Si tratta di un rosato con metodo ancestrale e un Chianti base. Questi stessi vini e i superiori verranno presentati entro la fine dell'anno.

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Come è strutturata Cantina Dainelli?
L'azienda è piccola, sono quattro ettari di vigna. Vogliamo occuparci al meglio del prodotto, anche facendo pochi numeri. Cerchiamo di curare tutto, dalla dalla vigna al packaging. In famiglia siamo appassionati d'arte, mio padre è scultore e l'etichetta l'ha fatta un artista di Firenze, Giovanni Maranghi.

Avevi in mente un prodotto particolare quando hai fatto partire il progetto?
Nella mia testa è partita l'idea di fare prodotti che fossero buoni per ogni occasione. Se vado in cantina e mi dico 'ho voglia di...', voglio trovare una bollicina giusta o un rosso Sangiovese come il nostro Chianti o qualcosa di più 'piacione'.

Sarà solo produzione vinicola o anche altro?
Potenzialmente dovrebbe essere anche accoglienza. La mia idea è quella di avere delle strutture particolari, delle case-botti in mezzo alle vigne. Io sono un compagnone, ho giocato fino a età avanzata proprio per quello, quindi per me il vino è condivisione. È anche fare una festa in vigna o ospitare persone e condividere l'emozione di bere e vedere paesaggi molto belli.

Il 2021 è stato contraddistinto da un clima poco favorevole per l'agricoltura, anche per te?
Sì. C'è stato il periodo della gelata. Le vigne più basse ne hanno risentito e abbiamo perso un po' di produzione. Dobbiamo valutare quanto vino base riusciremo a fare. L'idea è di puntare sulla qualità del prodotto.

Frey di recente ha presentato il suo vino, Gamberini si occupa di vino a Bucine...
Probabilmente eravamo una squadra di alcolizzati [ride, ndr]. Battute a parte, vedo similitudini tra calcio e vino per la passione che c'è dietro. Parlando con chi lavora nel calcio si notano gli occhi che brillano, perché si trasforma una passione in lavoro. Nel vino è la stessa cosa.

Condividi la passione per il vino con ex compagni?
Il progetto è nato con un gruppo di squilibrati, come li chiamo io. Abbiamo un gruppo che si chiama 'Gli Sbronzi di Riace' e ci sono anche diversi ex compagni della Fiorentina. Con loro andiamo in una regione d'Italia diversa. Con loro facciamo gli 'Amici miei' moderni. Un'etichetta è dedicata a loro. Oltre a passione e cura, ci sono ironia e divertimento, che per me sono alla base di un buon lavoro.

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Un atleta come coniuga la dieta da professionista con il vino?
È normale che nella professionalità deve starci equilibrio. Il vino non è un superalcolico e non è condizionante se bevuto in quantità giuste. Magari alle volte il rigore è un po' esagerato. I ragazzi tra 20 e 30 anni se bevono un bicchiere non influenzano la performance, specie se bevono diversi giorni prima della gara. Serve equilibrio come un po' in tutti i campi.

Hai giocato molto a Firenze e Verona. Quanto ti hanno influenzato le due città del vino?
Sono stato a Firenze dove si respirano arte e campagna, stessa cosa a Verona. Una delle cose più belle delle due città è che sono vissuti i centri storici, tutta la vita si svolge lì, ma in un attimo si è tra le colline e in campagna, altri mondi facilmente raggiungibili. I due popoli sono appassionati di vino, convivialità e stare insieme.

C'è un'etichetta che preferisci?
Dipende, la situazione 'crea' il vino preferito. Cito il Pergole Torte, ma come qualità non è raggiungibile

Sei più da bianco o da rosso?
Se devo scegliere, scelgo il rosso. Ma ci sono dei momenti in cui ci sta bene il bianco, poi la bolla è la bolla...

Una battuta finale sul calcio giocato. Che ne pensi dell'inizio di stagione di Empoli e Fiorentina?
La possibilità e la speranza è che l'Empoli possa salvarsi. La Serie A è dura ma è difficile parlarne dopo quattro gare. La A è così, anche se fai la prestazione poi perdi perché la differenza la fanno gli episodi, i giocatori. La Fiorentina gioca bene. Conosco mister Italiano, l'ho seguito e studiato l'anno scorso, è un tecnico moderno. Ci ho giocato assieme, ha voglia e entusiasmo, lavora sull'intensità degli allenamenti e ha la potenzialità per far bene.

Margherita Cecchin e Gianmarco Lotti

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