Congresso nazionale sui Centri diurni Alzheimer al Teatro Verdi di Montecatini
Un anno dopo, esattamente come le Olimpiadi e gli Europei di calcio.
Rinviato nel 2020 a causa della pandemia, l’undicesimo Congresso nazionale sui Centri Diurni Alzheimer si terrà quest’anno (8 e 9 ottobre) ancora una volta al Teatro Verdi di Montecatini Terme, promosso dal Gruppi Italiano Centri Diurni Alzheimer, che riunisce molti dei più importanti ricercatori, clinici e operatori italiani, con l’organizzazione scientifica della Cattedra di Geriatria dell’Università di Firenze e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, come sempre fedele fiancheggiatrice di questa iniziativa di particolare valore culturale e sociale.
“La nostra Fondazione”, ricorda appunto il presidente Lorenzo Zogheri dando la notizia, “investe nel sociale in media circa il 35% delle erogazioni. Dunque non può che sentirsi orgogliosa di collaborare con il congresso sui Centri Diurni Alzheimer, oltre a finanziare varie attività sperimentali dell’ateneo fiorentino”.
Al centro del congresso, né poteva essere altrimenti, il virus Covid 19 con le sue varianti, oggi oggetto non più troppo misterioso, causa però di così tanti lutti e danni e di così tanti problemi da lasciare un terreno ancora minato, soprattutto per quanto riguarda le potenziali vittime più esposte, gli anziani fragili e, tra di loro, i malati di Alzheimer e di altri tipi di demenza. Si sa infatti che le degenerazioni cognitive sono più facilmente aggredite con esito letale.
Anche i servizi per le demenze sono stati tuttavia vittime del virus. Un’indagine nazionale svolta dai promotori del Congresso ha infatti mostrato che il 31% delle strutture sul territorio nazionale non ha ancora potuto riaprire i battenti. D’altra parte, durante il lock-down l’81% delle strutture ha attivato modalità di assistenza alternative, a domicilio o per telefono. L’intera organizzazione dei Centri Diurni è stata insomma rivoluzionata e l’esigenza di garantire massimi livelli di sicurezza crea tuttora molte difficoltà a servizi costretti a funzionare a scartamento ridotto.
Il congresso servirà dunque a confrontare le varie esperienze fin qui messe in atto e a definire nuovi utili comportamenti, nonché a fare il punto circa la ricerca sulla farmacologia anti Alzheimer.
“Benché i vaccini siano un’arma efficace”, spiega il professor Giulio Masotti, presidente del congresso, “la battaglia contro il virus non può ancora dirsi conclusa. Si va verso la terza dose, ma restano ancora tanti altri importanti problemi da risolvere. Sull’Alzheimer arrivano però notizie positive dagli Stati Uniti. Si tratta di un anticorpo monoclonale che ha destato grande discussione nella comunità scientifica internazionale. Novità di cui parleranno i relatori di questa 11° edizione”.
Fonte: Ufficio Stampa