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Patto per il lavoro, 54 milioni per sostenere l'occupazione in Toscana

Un protocollo che darà vita a un piano complessivo e organico delle politiche attive della Regione Toscana e costituisce un “Nuovo Patto per il lavoro” sul territorio toscano.

Lo hanno siglato questa mattina a Firenze, nella sede della presidenza della giunta regionale, il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando. Il “patto”, il cui dossier è stato seguito in questi mesi dall’assessora al lavoro e all’istruzione Alessandra Nardini, sarà finanziato da una rilevante mole di risorse: 53,8 milioni di euro. Le risorse sono state ricavate dallo sblocco da parte del Ministero del Lavoro, avvenuto nelle scorse settimane, di 323 milioni di euro accumulatisi come residui “storici” della cassa integrazione in deroga. La Toscana sarà la Regione che riceverà la quota maggiormente consistente.

Con la firma del protocollo, le parti avviano una stretta collaborazione per sviluppare strumenti, anche innovativi, con l’obiettivo di rafforzare la capacità di intervento sul mercato del lavoro.
La Regione, sulla base dell’esperienza maturata con il Piano integrato per l’occupazione realizzato negli scorsi anni, punta a finanziare una serie di prestazioni di politica attiva – dal sostegno alle nuove competenze all’implementazione dei patti locali per la formazione – dirette a favorire l’inserimento lavorativo e aumentare l’occupabilità di lavoratrici e lavoratori, disoccupati e inoccupati.

Il piano e le singole misure, a cui si affiancherà il percorso di potenziamento dei servizi per l’impiego in fase di perfezionamento da parte di Ministero e Regioni, saranno oggetto di concertazione con le parti sociali attraverso il continuo confronto con la Commissione regionale tripartita e la prosecuzione dell’interlocuzione con Ministero del Lavoro, Anpal e Arti, l’agenzia regionale toscana per l’impiego.

Il nuovo patto per lo sviluppo dell’occupabilità e delle competenze negli ambiti economici territoriali della Toscana presterà una particolare attenzione a giovani, donne, categorie più vulnerabili e lavoratrici e lavoratori delle aree di crisi.

La Toscana e le politiche attive del lavoro

Nel 2020 sono stati presi in carico dai Centri per l’impiego 231.793 utenti e sono state erogate 571.394 politiche attive (ad es. formazione professionale, attività di accompagnamento al lavoro, tirocini ecc.), circa 2.5 politiche per utente; mentre 18.517 sono state le imprese che hanno usufruito dei servizi dei Cpi.

Nell’ambito del programma Garanzia Giovani, i giovani presi in carico sono stati 107.025. Di questi risultano inseriti nel mercato del lavoro 92.830. Circa l’87% dei presi in carico dai Cpi ha ottenuto un’opportunità di lavoro.

Nel 2019 oltre il 60% (171.131) di coloro che sono stati presi in carico da un Cpi toscano nel 2020 ha ottenuto un’opportunità di inserimento nel mercato del lavoro nel corso dell’anno (placement indiretto).

Secondo Irpet svolgere un’attività di politica attiva presso il Cpi aumenta la probabilità di trovare un’occupazione (a maggior ragione se si è in presenza di soggetti fragili e vulnerabili). Per i disoccupati la probabilità di transitare nello stato di occupato, dopo azioni proposte dal Cpi, è stimata essere maggiore dell’85%. In base a un’indagine dell’istituto nel 2020, oltre il 94% degli intervistati si dichiara soddisfatto per la disponibilità e la competenza professionale degli operatori.

La Regione Toscana è stata la prima regione ad anticipare il piano di rafforzamento dei centri per l’impiego tramite la gara unica per i servizi del lavoro; gestire e autorizzare la Cassa integrazione in deroga e ad ottenere lo sblocco delle risorse residue; ad attivare la Carta dei servizi dei cittadini; ad attivare il piano integrato per l’occupazione, anticipando con successo il reddito di cittadinanza; ad attivare il portale di incrocio domanda e offerta di lavoro per i cittadini e le imprese, anticipando il portale nazionale.

Arti e i numeri dei centri per l’impiego in Toscana

Arti è l’agenzia regionale toscana per l’impiego (https://arti.toscana.it). Tra le sue funzioni gestisce un rete che conta oltre 60 tra centri per l’impiego e sportelli territoriali.

La dotazione organica del personale è fissata a 742 unità. Negli ultimi due anni sono state 216 le assunzioni, a cui se ne aggiungeranno ulteriori 209 entro il gennaio dell’anno prossimo consentendo di completare la pianta organica. Attualmente i dipendenti sono circa 540.

Il piano di potenziamento che il Ministero del Lavoro sta allestendo prevede l’ampliamento della dotazione a circa 1000 unità.

Le dichiarazioni

Durante il suo intervento il ministro ha sottolineato che “non ci possiamo permettere in questo momento di avere risorse ferme bloccate nei cassetti e per questo appena insediato mi sono attivato, in rapporto con le Regioni, per sbloccare i fondi che sono necessari ad avviare un percorso di politiche attive, che tra l'altro vedrà nei prossimi mesi un grandissimo investimento, perché dopo queste risorse ne arriveranno delle altre, complessivamente quasi 5 miliardi di investimento sulle politiche attive, cioè sul sostegno a chi cerca lavoro, a chi si deve formare, a chi deve difendere il lavoro. Credo – ha concluso Orlando – che sia il modo migliore per affrontare la crisi, i danni e le difficoltà che la pandemia ha prodotto, ed anche per dare una risposta alle esigenze di innovazione e di competitività del paese”.

Per il presidente Giani occorre porre al centro le questioni legate al lavoro. “Ringrazio molto il ministro Orlando perché sta dando centralità al lavoro nel modo più corretto, moderno e legato ai processi di innovazione. Le questioni legate al lavoro devono diventare elemento fondamentale di indirizzo delle politiche attive pubbliche. E su questo versante il governo, attraverso il ministro Orlando, si è dimostrato pronto nei tempi, a differenza di altre volte in cui ci siamo trovati ad agire di rincorsa. Vorrei sottolineare anche il ruolo che ha avuto e che sta avendo una struttura come Arti: con circa 200 mila pratiche evase ogni anno mette in condizione l'87% di giovani ed il 60% di utenti di ogni età di essere indirizzati, ricollocati, riconvertiti e formati per riuscire a trovare una collocazione o un nuovo percorso nel mondo del lavoro”.

“Un protocollo assolutamente importante – ha spiegato ml’assessora Alessandra Nardini -, arrivato dopo lo sblocco delle risorse residue della cassa integrazione in deroga, che per la Toscana significano quasi 54 mln di euro. Risorse che saranno impiegate per quello che abbiamo chiamato ‘Un nuovo piano per il lavoro’. Un patto che, da un lato, vuole rispondere al bisogno di andare a sanare le disuguaglianze che già esistevano prima della pandemia, penso soprattutto alle aree di crisi e, dall'altro, sostenere maggiormente chi ne è stato più colpito, ovvero giovani, donne, lavoratrici e lavoratori con contratti precari e meno qualificati. Rispetto alle misure da mettere in campo, grazie a queste risorse continueremo nelle prossime settimane la concertazione con le parti sociali all'interno della Commissione Regionale Tripartita, con l'obiettivo di ridurre il disallineamento di domanda e offerta di lavoro creando e difendendo l'occupazione e garantendo alle imprese quel capitale umano formato, riqualificato e aggiornato nelle proprie competenze che possa loro consentire di compiere significativi passi in avanti in termini di competitività e innovazione e affrontare le transizioni che stanno vivendo”.

“Fare in modo che chiunque beneficia di un sostegno al reddito, dalla Naspi al Reddito di cittadinanza, debba anche, obbligatoriamente, essere formato per poter rientrare nel mondo del lavoro.”
E’ la proposta che il segretario generale della Cisl Toscana, Ciro Recce, ha lanciato nel suo intervento stamani in palazzo Strozzi Sacrati, in occasione della firma del ‘patto per il lavoro’ a cui ha preso parte il ministro Andrea Orlando.

“L’accordo firmato stamani – dice Recce - concretizza l’impegno portato avanti in Toscana da Regione e parti sociali; si costruisce un meccanismo per far sì che le risorse che arriveranno in Toscana siano spese e soprattutto siano spese bene, per formare, qualificare e riqualificare chi il lavoro non ce l’ha, chi lo ha perso e chi lo perderà nei prossimi mesi. Credo che la via più semplice per rendere tutto ciò effettivo sia legare indissolubilmente i sostegni al reddito alle politiche attive per il lavoro.”

Così Ilaria Bugetti, presidente della commissione Sviluppo economico e politiche del lavoro, che questa mattina a Firenze era presente alla firma del “nuovo patto per il lavoro” con il presidente Eugenio Giani, il ministro Andrea Orlando e l’assessora Alessandra Nardini. "Un patto importante perché non si tratta di una dichiarazione di intenti ma di uno strumento per far arrivare in Toscana risorse ingenti e fondamentali per incrementare il complesso delle politiche attive sul lavoro. Voglio esprimere soddisfazione per il lavoro preparatorio condotto dalla giunta regionale ed in particolare dall’assessora Alessandra Nardini e sono certa che i contenuti dell’accordo sottoscritto, il primo di questo genere siglato tra Regione e Ministero, costituiranno temi di confronto e di proposta anche nell’ambito del lavoro della commissione consiliare che presiedo. In particolare apprezzo il fatto che nel patto maggiore attenzione sarà rivolta alle donne, alle giovani generazioni e alle categorie più vulnerabili. Come pure l’idea di affiancare un percorso di potenziamento dei servizi per l’impiego. Voglio infine ricordare che pochi mesi fa a Prato, grazie all’impegno del sindaco Matteo Biffoni e dell’assessora Benedetta Squittieri, un analogo protocollo fu siglato tra gli enti e tutte le categorie economiche e i sindacati: una sperimentazione che va proprio nella direzione di un maggior coordinamento delle politiche per il lavoro".

Fonte: Regione Toscana - ufficio stampa

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