Strage di Viareggio, nelle motivazioni della Cassazione i rischi della manutenzione scorretta
Gli addetti ai lavori conoscevano i rischi di una non corretta manutenzione degli assili dei carri merci, quando si è verificata la strage di Viareggio.
A sostenerlo sono i giudici della Corte di Cassazione, nella motivazione della sentenza (che risale all'8 gennaio scorso) per il disastro alla stazione di Viareggio, avvenuto il 29 giugno 2009, e che provocò 32 vittime. I giudici nelle motivazioni scrivono che "nel 2005 era certamente noto agli operatori del settore il rischio di rottura degli assili per l'esistenza di corrosioni o danneggiamento non eliminati nell'attività di manutenzione". La carrozza cisterna che conteneva gpl deragliò dopo la rottura dell'assile. Nella ricostruzione dell'accusa, un picchetto a fianco della rotaia avrebbe poi tranciato la cisterna, facendo fuoriuscire il gas che incendiandosi ha provocato la strage. L'incidente ferroviario sarebbe stato evitato con una corretta manutenzione, affermano nelle motivazioni, confermando quanto già sostenuto dalla corte di appello di Firenze. "Risulta incensurabile l'affermazione della corte di appello - precisano gli ermellini - per la quale il controllo sulla correttezza della manutenzione avrebbe evitato il sinistro, perché sarebbe emersa l'assenza della documentazione inerente la storia manutentiva del carro e dei suoi componenti e quindi esso sarebbe stato escluso dalla circolazione".
La Cassazione, nelle quasi 600 pagine di motivazione, sostiene inoltre che anche prima del disastro di Viareggio, "tutti gli operatori del settore ferroviario erano a conoscenza del fatto che una manutenzione non eseguita a regola d'arte era stata all'origine di alcuni incidenti ferroviari".
Inoltre, quando si verificò la strage nel 2009, la riduzione della velocità a 60 km/h al passaggio del treno cisterna in stazione, non era una regola prevedibile e fu introdotta successivamente come norma. La sentenza nel gennaio scorso ha dichiarato anche prescritto il reato di omicidio colposo per il venir meno dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. "La circostanza che successivamente all'incidente, per treni trainanti carri cisterna, sia stata disposta la riduzione della velocità" nelle stazioni "a 60 km/h non dimostra la preesistenza di un'analoga regola, non essendo stato accertato che ciò rispondesse a un orientamento preesistente e anzi apparendo evidente la natura meramente precauzionale della misura" scrivono i giudici della Cassazione.
Le motivazioni arrivano a distanza di otto mesi dalla sentenza, e a sottolinearlo sono i familiari delle vittime della strage di Viareggio. Il documento sarà affrontato dai parenti insieme agli avvocati, "per capire bene il contenuto, soprattutto il passaggio che riguarda l'incidente sul lavoro. Poi faremo un comunicato e una conferenza stampa per commentare il tutto" dice Marco Piagentini, presidente dell'associazione 'Il Mondo che vorrei' che riunisce i parenti delle vittime. Il punto di riferimento è quello dove la Corte sostiene che l'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, non può essere applicato al reato di omicidio colposo contestato per le morti della strage, perché le vittime non sono assimilabili a lavoratori e dunque non può essere riconosciuto loro il rischio lavorativo.
Stabilito infine dai giudici della Corte di Cassazione che l'ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti potrà decidere se rinunciare alla prescrizione per l'accusa di omicidio colposo nel processo di appello bis, disposto a suo carico. La Corte ha precisato che la rinuncia alla prescrizione effettuata da Moretti nel processo di appello a Firenze non possa essere ritenuta valida, perché fatta prima del verificarsi dell'estinzione del reato.