Personale sanitario non vaccinato, scatta il green pass per i dipendenti delle Rsa. Sindacati in disaccordo
Da domani, lunedì 6 settembre, nelle Rsa toscane i dipendenti dovranno mostrare il green pass prima di entrare al lavoro. Lo ha specificato il Comitato di coordinamento dei gestori delle Rsa toscane. La notizia, riportata sui quotidiani, parla della decisione da parte del comitato, assunta "a fronte della mancata ricezione, da parte di Asl e Regione, degli elenchi del personale non vaccinato".
Proprio nei giorni scorsi, nelle tre Asl toscane (Centro, Nord Ovest e Sud Est) sono partite le sospensioni nei confronti del personale sanitario che non ha provveduto a rispettare l'obbligo vaccinale.
Il Comitato ha sollecitato inoltre Regione e Asl nel fornire gli elenchi del personale non vaccinato contro il Covid. "A oggi - spiegano - incomprensibilmente nessuna comunicazione è pervenuta alla gran parte delle residenze toscane sulla eventuale presenza di soggetti non vaccinati all'interno dei propri organici".
I sindacati: "Qualora si verificasse questo tipo di controllo, saremmo di fronte a un abuso di potere"
Comunicato unitario di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl in risposta alla dichiarazione del Coordinamento Gestori Rsa toscane sull’obbligatorietà del Green Pass per i lavoratori delle strutture Rsa:
“Abbiamo appreso dalla stampa regionale dell’intenzione del Coordinamento Gestori delle Rsa toscane di rendere obbligatorio il possesso di green pass per i lavoratori delle Residenze Sanitarie Assistenziali per anziani e disabili, da domani lunedì 6 settembre 2021. La nostra risposta è molto chiara: qualora si verificasse questo tipo di controllo sulle lavoratrici e i lavoratori, quale condizione pregiudiziale per prestare il proprio orario di servizio, saremmo di fronte a un abuso di potere. Se le aziende sanitarie sono in ritardo nel segnalare alle strutture i lavoratori che, pur essendo vincolati a un obbligo vaccinale per legge, non sono ancora in regola con la somministrazione, questo non può consentire ai datori di lavoro di assumere iniziative in merito a un aspetto già ampiamente normato dal Governo, fin nei tempi e nelle modalità di sanzione.
Come è noto infatti, il personale sanitario e di interesse sanitario ha l’obbligo di vaccinarsi, secondo quanto disposto dal D.L. n. 44/2021 poi convertito nella L.n. 76/2021. Secondo le previsioni di legge, decorsi i termini previsti, l'azienda sanitaria competente accerta l'inosservanza dell'obbligo vaccinale e ne dà immediata comunicazione scritta all'interessato, al datore di lavoro e all'Ordine professionale di appartenenza. Ricevuta la comunicazione il datore di lavoro adibisce il lavoratore, ove possibile, a mansioni, anche inferiori, che non comportino contatti interpersonali o in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da Sars-CoV-2. Solo quando l'assegnazione a mansioni diverse non è possibile, per il periodo di sospensione non è dovuta la retribuzione, fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale (e comunque non oltre il 31 dicembre 2021).
E’ a fronte di questi aspetti che come organizzazioni sindacali riteniamo sia importante un confronto a tutela dei lavoratori e del servizio, affinché si trovino le soluzioni più idonee a evitare disagi e potenziali rischi. Appare infatti evidente che la norma comporti già di per sé passaggi di notevole complessità e delicatezza: non vediamo il bisogno di alzate di ingegno utili solo a sollevare un problema tra i gestori e il sistema sanitario, dove in mezzo restano penalizzati i lavoratori e gli ospiti delle strutture. Visti i parametri assistenziali già insufficienti a regime normale. Si rischia infatti una vertenzialità diffusa e caotica che nulla potrà portare al miglioramento di questi servizi. Se questo fosse lo scopo surrettiziamente perseguito, si apra allora subito un confronto tra l’assessorato, le aziende sanitarie, i gestori delle Rsa e i sindacati come abbiamo già fatto in passato per affrontare i passaggi critici che non sono certo mancati in questa pandemia. Inoltre chiediamo alla Regione di vigilare in merito a queste iniziative unilaterali, le quali potrebbero creare disagi ai servizi resi, ed ai lavoratori. Noi non ci prestiamo a favorire questa strategia: siamo pronti come sempre a svolgere la nostra parte a sostegno del settore, ma prima di tutto esigiamo il rispetto per quelle lavoratrici e quei lavoratori che sono già sottoposti per legge a obbligo vaccinale, che hanno portato avanti i servizi con turni massacranti, che si sono ammalati e che hanno contagiato le proprie famiglie”.