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Imprenditrice di Scandicci si finge nullatenente: sequestrati 50mila euro

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando di Firenze hanno eseguito un sequestro preventivo e una perquisizione nei confronti di una imprenditrice 56enne, B.P., originaria della provincia di Verona ma residente dal 2013 a Scandicci, ritenuta responsabile di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”.

I provvedimenti scaturiscono da una complessa attività investigativa avviata nel settembre 2020 a seguito di una denuncia per “tentata estorsione” sporta dall’imprenditrice nei confronti di tre soggetti di nazionalità albanese, soci della donna in una società operante nel settore della ristorazione, con sede operativa in Scandicci, per minacce ricevute da questi e tese ad acquisire indebitamente il controllo della società stessa e del relativo ristorante.

Le indagini, effettuate mediante attività tecniche, testimonianze e approfonditi accertamenti patrimoniali, hanno consentito di acquisire gravi e concordanti elementi a carico dell’indagata in relazione al delitto contestatole.

Attraverso tali elementi è stato possibile dimostrare come la donna, dopo aver ottenuto nel 2011, in qualità di socio unico e amministratore di una società operante in provincia di Verona nel settore pubblicitario e della comunicazione, allo stato fallita, un mutuo agevolato dell’importo di euro 72.890 dalla banca Crever, garantito al 70% da Mediocredito Centrale s.p.a. (avendo l’imprenditrice avuto accesso al Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese, anche tramite l’emissione di fatture per operazioni inesistenti finalizzate a dimostrare l’operatività e la solidità economica della sua impresa), ha messo in atto artifizi e raggiri al fine di risultare nullatenente ed evitare di restituire la somma erogata.

In particolare, l’indagata ha dapprima ceduto nel 2012 ad altro soggetto di Prato, pluripregiudicato per reati in materia finanziaria, le quote della citata società (poi posta in liquidazione e, dopo alcuni mesi, dichiarata fallita) e, dopo aver rilevato nel 2016 le quote della società operante in Scandicci, le ha successivamente trasferite ad uno dei soci (poi denunciato nel settembre 2020) al fine di non pagare la cartella esattoriale emessa a suo carico da Equitalia s.p.a. per recuperare il credito erogatole nel 2011 da Mediocredito Centrale s.p.a. Tali quote le erano state comunque ritrasferite nel 2018.

Proprio per tale motivo la donna risulta indagata anche per “calunnia” poiché ha denunciato, sapendoli innocenti, i suoi soci nella gestione della società di ristorazione.

Il provvedimento eseguito in data odierna è finalizzato al sequestro preventivo – ai fini della successiva confisca – di liquidità, beni immobili e mobili registrati, riconducibili all’imprenditrice, fino alla concorrenza di euro 51.706,15.

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