Vaccini, professori toscani virtuosi. Rischio per classi pollaio e trasporti
A scuola con il vaccino? In cattedra sì, sui banchi no.
“Il personale scolastico toscano ha sempre nutrito fiducia nel vaccino e nella sua utilità, tanto che fin da gennaio avevamo chiesto un canale preferenziale per docenti e Ata” dichiara Claudio Gaudio, segretario generale Cisl Scuola Firenze Prato.
“Potremmo dire che non sono necessari obblighi perché la sensibilizzazione sul tema è sempre stata molto forte. Semmai i problemi sono stati di ordine organizzativo, con il governo che ad aprile ha annullato le vaccinazioni ad hoc per il personale scolastico. Senza contare, poi, i vari cambi di ‘destinazione’ del vaccino Astrazeneca, che hanno suscitato qualche preoccupazione”.
La Toscana, al momento, è una delle regioni più virtuose per quanto riguarda la percentuale del personale scolastico coperto dalla vaccinazione: al 23 luglio, su 80mila docenti ben 69.640, ossia l’87% hanno effettuato la seconda dose o la dose unica, a fronte di una media nazionale del 78,78%. Insomma, si potrebbe parlare di immunità di gregge quasi raggiunta. Tuttavia, nonostante il suddetto gregge sia munito di green pass e le pecore nere no vax si contino sulle dita di una mano, i problemi non mancano e rischiano di far naufragare la virtuosità dimostrata. La cosa peggiore, inoltre, è che si tratta di problemi ben conosciuti che la scuola regionale si trascina da anni.
“Non è il vaccino il problema principale – conferma Gaudio – perché se non viene risolta la questione delle classi pollaio e trovata una soluzione alle problematiche relative ai trasporti, saremo punto e a capo. Nel primo caso, nonostante l’indignazione a tutti i livelli – dalla base fino al ministro – non è stato fatto alcunché per alleggerire le classi (se non sdoppiarle) e quindi mettere a disposizioni nuovi spazi e strutture. Così come sono rimaste praticamente al palo le assunzioni di nuovo personale, sia docente che Ata. Nemmeno sui trasporti abbiamo registrato gli interventi che noi avevamo richiesto, anzi si è continuato a parlare di “spalmare” sulla giornata l’orario scolastico in modo da scaglionare ingressi e uscite. Una soluzione – spiega il sindacalista – che andrebbe a danneggiare tutti coloro che vivono lontani dall’istituto didattico di riferimento”.
A settembre il vaccino rappresenterebbe l’unica novità rispetto all’inizio dello scorso anno scolastico, la vera arma in più. Eppure, anche quest’arma presenta delle falle. Se la percentuale del personale scolastico è più che rassicurante, quella degli studenti rimane per ora scoraggiante. Fermo restando il blocco alle vaccinazioni degli under 12, il resto del mondo studentesco, in particolare i ragazzi delle superiori risultano ancora “scoperti”, ovviamente non per colpa loro.
“Speriamo che con il green pass in questo mese e mezzo gli alunni siano ancora più invogliati a fare il vaccino per non subire restrizioni sulla vita quotidiana. Da parte nostra, come sempre, ci adegueremo alle decisioni del governo. Non c’è alcuna volontà di manifestare contro una possibile vaccinazione obbligatoria”.
Lo spauracchio della Dad rimane ancora lontano guardando ai contagi attuali, tuttavia la paura non è scomparsa, soprattutto – come detto – per i ragazzi. Se i numeri inerenti ai giovani vaccinati non migliorano, non sarebbe così improbabile trovarsi di fronte a insegnanti in classe e studenti in quarantena. E quindi, gioco forza, ricorrere alla didattica a distanza. “La Dad non ci piace – conclude Gaudio – ma non intendiamo nemmeno ripetere acriticamente il mantra ‘no alla didattica a distanza!’ se la situazione dei contagi tornasse a farsi preoccupante”
Giovanni Gaeta