Procreazione assistita, in Toscana centri prevalentemente pubblici: allarme natalità

Il convegno all'ospedale Le Fratte di Cortona: i dati sulla procreazione assistita, infertilità nei giovani, come aiutare le coppie ad "anticipare" la nascita del primo figlio


“Sulla procreazione medicalmente assistita la Toscana è stata ed è all’avanguardia: si è misurata in anticipo, su questo tema, prima di altre realtà italiane. Continueremo ad investire sulla Rete regionale per la prevenzione e cura dell’infertilità, sui percorsi e mi auguro che questi siano inseriti nei Lea, perché i tempi sono ormai maturi. Adesso, con il Pnrr, abbiamo un’occasione fondamentale, un’opportunità strategica per costruire insieme la sanità del futuro. Questo percorso va accompagnato da un impegno forte di Parlamento e Governo sulle risorse umane e verso i professionisti” Lo ha detto l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini, concludendo il convegno “Denatalità e infertilità: la rete clinica diffusa come modello organizzativo. L’esperienza toscana” che si è tenuto all’ospedale “Le Fratte “ di Cortona ed al quale partecipato anche il sottosegretario alla sanità Pierpaolo Sileri.

L’incontro si è aperto con i dati presentati dal direttore della Rete regionale, Luca Mencaglia: “I tassi di natalità sono devastanti - ha ricordato - una donna ha, mediamente, il primo bambino a 33 anni: questo rende complicata l’ipotesi di un secondo o di un terzo figlio. Grave e scarsissimo è il numero di donne in età fertile e il 25 per cento di giovani coppie ha problemi di fertilità”. “I bambini nati con la procreazione assistita sono ormai il 5 per cento e in alcune regioni – ha sottolineato - raggiungono il 10 per cento. Il 90 per cento dei centri al Sud sono privati. Uniche regioni con forte prevalenza pubblica: Toscana e Lombardia. In Toscana siamo all’80 per cento. Nella Asl Toscana Sud Est abbiamo un hub a Cortona e 7 centri periferici e abbiamo visto 3.270 coppie nell’anno 2020”.

Il valore di questa attività e, più complessivamente dell’ospedale della Fratta è stato sottolineato da Antonio D’Urso, direttore generale Asl Tse (“la Fratta è un centro attrattore”), Simona Dei, direttrice sanitaria (“questo ospedale offre un segnale importante: da qui si offre la speranza della vita. Il progetto di Mencaglia deve diventare un progetto nazionale, a conferma che il sistema sanitario pubblico funziona. E una nuova e particolare attenzione va dedicata all’infertilità maschile”), Flavio Civitelli, direttore materno infantile Asl Tse (“questo percorso della Fratta assume ormai una valenza nazionale”).

Il sindaco di Cortona, Luciano Meoni ha affermato che “la Fratta ha dato molto con alcuni step negativi. Durante il covid questo ospedale si è messo in gioco con le cure intermedie. Adesso deve essere un ospedale di territorio e potenziare le sue attività”.

Il sottosegretario Pierpaolo Sileri ha affrontato nel suo intervento anche questo tema: “Gli ospedali non si chiudono ma si aprono con giudizio e ciascun ospedale deve avere un senso in relazione alle prestazioni che offre, senza sovrapposizioni”. E poi entrato nel tema del convegno affermando che è necessario “rimettere la fertilità al centro dell’agenda politica. In primo luogo informazione: come proteggere la fertilità. Serve la prevenzione e politiche che aiutino i giovani ad “anticipare” la nascita del primo figlio. Sono poi necessarie politiche per l’ambiente nel contrasto ad alcune patologie (la donna che ha avuto un cancro può avere figli). La fertilità è benessere della società e non solo del singolo e della coppia: proteggiamo in questo modo il futuro di tutti. E questo tanto più in un quadro generale che vede il progressivo invecchiamento della popolazione”.

Sileri ha poi ricordato l’istituzione del tavolo tecnico al Ministero per suggerire alla politica le strategie necessarie e che si è già riunito 3 volte in un solo mese. “I nostri obiettivi: snellire le procedure, finanziamento di 5 milioni di euro per la procreazione medicalmente assista destinato alle coppie e soprattutto a quelle che sono costrette a ricorrere a servizi in altre regioni; realizzazione di centri pubblici; tariffe Lea e quindi ragionevoli; campagne sociali di informazione”.

Fonte: Regione Toscana e Ausl Toscana sud est Uffici stampa

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