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Infermieri, Fp Cisl: "La Toscana fa il gioco delle tre carte"

“Sull’organico degli infermieri la Regione Toscana fa il gioco delle tre carte: sbandiera oltre 1700 assunzioni, ma se si tolgono quelli andati in pensione, in realtà sono solo 458 gli addetti in più per far fronte all’emergenza Covid, un quarto di quanto dichiarato. E nella maggior parte delle strutture sono addirittura diminuiti.” A dirlo è il reggente della Funzione Pubblica Cisl della Toscana, Mauro Giuliattini.

“Il numero di 1735 assunzioni di infermieri che la Regione dichiara essere avvenuto entro il 30 Giugno scorso – spiega Giuliattini – non tiene conto dei pensionamenti. Tra l’altro i dati forniti dalla Regione hanno forti discrasie anche con quelli ufficiali presenti nel conto annuale delle Asl.”

Per fare chiarezza la Fp-Cisl ha confrontato i dati forniti dalle Asl. Al 31 Dicembre 2017 gli infermieri complessivamente in servizio nelle 10 strutture del servizio sanitario regionale (Asl Toscana Centro, Estar, Fondazione Monasterio, Ispro, Aou Senese, Careggi, Asl Toscana Nord-Ovest, Mayer, Aou Pisana, Asl Toscana Sud-Est) erano 21298; al 30 Giugno scorso erano saliti a 21756.

“Se la matematica non è un’opinione – dice Giuliattini – e se le Asl non scrivono numeri a caso, l’emergenza Covid in Toscana è stata affrontata finora con complessivamente solo 458 unità in più rispetto a quelle presenti nel 2017; ma in molte realtà gli infermieri sono addirittura diminuiti.” E’ il caso della Asl Toscana Centro passata da 5927 a 5789 (-138), della Asl Toscana Nord-Ovest passata da 5693 a 5669 (-24), di Careggi passato da 2189 a 2177 (-12). A crescere sono in realtà solo Asl Toscana Sud-Est (+399), Aou Pisana (+148) e Aou Senese (+110), mentre Mayer, Ispro e Fondazione Monasterio registrano variazioni contenute.

“Tutto ciò – continua Giuliattini - ha gravato enormemente sulle spalle dei lavoratori in servizio, che sono in numero certamente non adeguato alle esigenze, in particolare se confrontati con i numeri di altre regioni. Carenze che spiegano bene anche le difficoltà a tenere il passo ed a garantire standard adeguati per la sanità non-covid, con agende sature e tempi di attesa per i cittadini-pazienti che continuano ad allungarsi.”

“Al presidente Giani – conclude il reggente Fp-Cisl – consigliamo di passare meno tempo alle inaugurazioni e davanti alle telecamere e di più nelle camere e nelle corsie degli ospedali, parlando con il personale del servizio sanitario regionale: quelli che per mesi abbiamo chiamato eroi nella lotta al virus, ma a cui chi dovrebbe si è ‘dimenticato’ di dare il cambio in trincea, lasciandoli da soli.”

Fonte: Ufficio Stampa

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