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Sante, madonne e arpie: buona la prima a Montelupo

Un successo di pubblico per il format proposto dal Museo della ceramica assieme all'associazione Strada della ceramica. Un ultimo appuntamento, quello di ieri sera molto partecipato che ha messo le basi per collaborazioni future. Come ci racconta l'assessore alla cultura di Montelupo Fiorentino Aglaia Viviani:

Dalla prima videoriunione durante il lockdown di marzo a oggi, abbiamo fatto tanta strada con questo gruppo di artiste che hanno imparato a essere un insieme.

Tutte hanno identità, formazione e percorsi personali diversissimi: dalla levità che Serena Tani veicola nei suoi esiti, alla solarità contagiosa e benefica di Ivana Antonini; dal minimalismo di Valentina Batini, al magnetismo alchemico di Veronica Fabozzo; dall'eleganza di Carmen Vantini, alla magia di Giulia Cantarutti, fino allo studio antropologico di Cinzia Orsi e Monica Lazzerini.
Artiste che sono riuscite a costruirsi come gruppo, a fare rete e a porre le basi per una progettualità condivisa.

Ciascuna di loro ha messo in moto un circolo virtuoso determinante per il successo di Sante, madonne e arpie, testimoniato anche dall'attenzione della stampa.

Il finissage si è svolto ieri, concluso da una performance (FRANGERE, a cura di Shilha Cintelli) e da una festa nel piazzale del MMAB. Una festa che -come tutto il progetto- è stata una celebrazione della vita, dei colori, del femminile, della necessità di ricostruire.

Il pubblico ha premiato questo modo fresco e personale di narrare la collezione delle maioliche di Montelupo in modo diverso: circa 500 visitatori sono passati appositamente per vedere la rilettura al femminile della collezione di maioliche del Museo della Ceramica di Montelupo.

"Protagoniste attive" -l'opera di Giulia Bono, esposta nell'atrio del museo della ceramica di Montelupo- documenta alla perfezione il percorso di costruzione delle artiste.

Così come la mano di Beatriz che tiene quella di Paola Ramondini nel raccontare il loro lavoro congiunto. O la scultura "L'abbraccio", di Paola Staccioli.
E quanto sono vere le lacrime -trattenute a stento- di Carlotta Fantozzi, nel ricordare l'intreccio fra la sua storia familiare e il pozzo dei lavatoi, da cui ha tratto ispirazione per il suo contributo alla mostra.

Abbiamo sperimentato e creato un nuovo modo di fare e raccontare la ceramica, un modo più pop (passatemi il termine) che apre i segreti di un'arte antica anche a chi non ne è esperto e la rende vitale, che si contamina con altri linguaggi e forme espressive in un modo sempre nuovo e fresco.

Dopo il modello dei "cantieri" che abbiamo ideato e anche esportato; il format di Sante, Madonne ed Arpie è sicuramente da replicare e far crescere.

Credo che Virginia Woolf sarebbe fiera delle donne che hanno dato vita a Sante, madonne e arpie. Io, con Benedetta Falteri e Ivana Antonini, le colonne di questo progetto, lo sono parecchio.

Fonte: Comune di Montelupo Fiorentino - Ufficio stampa

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