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Sostenere l'Archivio di Stato di Firenze, se ne parla in Commissione regionale

Cristina Giachi

Focus sull’Archivio di Stato di Firenze, grazie all’audizione in commissione Istruzione, formazione, beni e attività culturali, guidata da Cristina Giachi (Pd), della direttrice Sabrina Magrini, che ha fatto il punto della situazione.

In condizioni normali la Sala studio ospitava fino a 72 utenti, in epoca di pandemia e quindi con la riapertura del 3 giugno 2020, siamo passati a 10,14. Non solo per un problema legato agli spazi – come è stato spiegato – ma anche all’impianto obsoleto di condizionamento e alle finestre non apribili. Da qui l’inizio dei lavori per ovviare a tali disagi e il trasferimento degli utenti in due diversi ambienti dell’Archivio, in attesa della riapertura della Sala Studio per il prossimo 5 novembre. I lavori riguarderanno anche gli oltre 70 chilometri dei magazzini librari, caratterizzati anch’essi da temperature elevate e finestre non apribili. Infine, “è necessario anche integrare il personale”, ha sottolineato la direttrice, che ha chiuso il proprio intervento invitando ad una “alleanza nel nome della cultura”. Alleanza – ha spiegato la presidente Giachi – non certo messa in discussione dalla commissione: “intendiamo fare un provvedimento a sostegno dell’Archivio”.

In tale contesto, si inserisce appunto, la mozione della consigliera Silvia Noferi (Movimento 5 stelle), che era già stata illustrata e che oggi, giovedì 22 luglio, è stata emendata dalla stessa proponente, in seguito all’audizione. L’atto, quindi, impegna la Giunta regionale: “ad ascoltare in commissione Cultura l’associazione degli utenti dell’Archivio di Stato”, “a intervenire presso il Ministro competente, per l’adeguamento urgente degli impianti di riscaldamento e di condizionamento delle sale”, prevedendo “gli stanziamenti necessari per l’adeguamento dell’areazione dei magazzini”; nonché a “provvedere al reperimento del personale di vigilanza e amministrativo, in numero congruo, per espletare le operazioni di reperimento, consegna agli utenti, ricollocazione”.

La mozione così emendata, e sottoscritta anche dalla presidente Giachi, è stata votata all’unanimità.

Nella narrativa si ricorda come l’Archivio di Stato di Firenze contenga una massa sterminata di fonti pubbliche, prodotte dalla Repubblica di Firenze e poi dal Granducato di Toscana (Codici statutari e legislazione dei consigli cittadini, estimi e catasti, atti delle magistrature, verbali dei tribunali…), accanto a una notevole quantità di archivi familiari che richiamano la storia delle grandi famiglie fiorentine: dai Medici agli Strozzi, dai Bardi ai Pitti, dai Gondi ai Serristori, dai Guicciardini ai Martelli e tanti altri ancora, e che costituiscono un lascito fondamentale per lo studio della struttura economica della nostra regione che, soprattutto nei secoli XIII-XIV, costituì un dei poli produttivi più importanti del continente.

Ma l’Archivio di Stato, prosegue la mozione, è anche un luogo di lavoro: per gli archivisti e gli operatori, per gli studiosi, per i giovani dottorandi, borsisti e assegnisti delle università di tutto il mondo, che per generazioni hanno animato la sala studio dell’Archivio.

L’atto, inoltre, fa presente come le misure di contenimento anti-Covid prevedano l’ingresso su prenotazione di soli 14 studiosi al giorno e che pertanto solo il 9 per cento della domanda viene soddisfatta; e che alla carenza dei posti disponibili si somma quella dei volumi e dei faldoni (pezzi consultabili) il cui tetto massimo è fissato in 4 per utente, determinando perciò che ciascun studioso potrà consultare il 10 per cento del materiale che gli era garantito di visionare nell’arco di un mese.

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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