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La 'pezzola' di nonna Fernanda, la piccola (e dimenticata) amica che salva il Pianeta

Mio nonno Idimio oltre che essere un pittore, ceramista, restauratore, era anche un rilegatore di libri. No, non rilegava i libri con le spirali o le "costole" di plastica. Li rilegava con ago (anzi aghe), spago, tela e colla e tanta tanta pazienza.

Ricordo ancora tutta l'attrezzatura che caratterizzava questo mestiere ormai quasi scomparso: le enormi presse, i punteruoli, le lame tagliacarte lunghe anche due metri, telai e telaietti, tele, pezzi di stoffa, pinze, forbici, trincetti, morse, colle, spaghi, pennelli, aghi appunto.

E poi spaghi cerati, spaghi non cerati...Ricordo li "cerava" passandoli sopra candele spente, come a tagliarle, con movimenti lenti e sicuri. "Scivolano meglio e non sciupano la carta" diceva.Tante persone sono passate dalla sua abitazione a Pontorme per rilegare documenti e riviste. Ricordo in particolare molti medici, religiosi e politici, ma anche collezionisti appassionati di restauro.

In tutto questo non poteva mancare Lei, la regina della rilegatoria: la carta! L'umile, preziosissima carta. Mio nonno non la buttava mai via, fosse rappresentata da un piccolo ritaglio oppure da quotidiano. "Quando ero piccolo era molto preziosa", mi diceva. Ed era vero. Mio nonno, classe 1914, ha conosciuto la miseria e la carta ai suoi tempi era cosa estremamente preziosa.

Quando rilegava i libri, che fosse di giornale, di qualche rivista, la carta serviva per fare le copertine e gli "sguardi" (pagine bianche tra le copertine), per riempire o rafforzare "il libro". Ricordo come, incollati adeguatamente, pezzi di carta apparentamene da cestinare, venissero trasformati in bellissime copertine.

La carta è un bene prezioso, oggi purtroppo ne abusiamo tantissimo in vari utilizzi. Pensiamo al fazzoletto di carta per soffiarci il naso oppure per pulirsi la bocca durante i pasti. Oppure quella usata nelle toilette pubbliche come altrove per asciugarsi le mani. Mia nonna aveva sempre con sé la 'pezzola', nascosta dentro una manica. Era il fazzoletto di cotone! Ricordo ancora profumare di canfora, una essenza ricavata dall'albero della canfora, utile per allontanare tarme ed insetti dalla biancheria. Ma non mancava a volte l'odore di lavanda o elicriso, usato per stirare.

Quando erano sporchi i fazzoletti di cotone si lavavano come tutti gli altri tessuti. A tavola invece facevano bella mostra i tovaglioli, alcuni dei quali personalizzati con un ricamo. Ognuno doveva avere il suo, diventava un compagno di vita.

A proposito di tovaglioli in cotone ho la fortuna di possedere ancora gli immancabili porta tovaglioli. Erano degli anelli in legno, spesso olivo, noce o castagno, spesso dipinti a mano o incisi da qualche artigiano. Erano e sono proprio belli. Era un bene che si tramandava al parentame di generazione in generazione.

Anche loro, i tovaglioli, semplicemente venivano lavati e riutilizzati e nei bauli in legno di una volta ce ne erano sempre una grande quantità per scorta, anche per le occasioni "importanti". Era Inconcepibile asciugarsi le mani con la carta, tantomeno pulire con la carta e ricordo perfettamente non c'era sporco che non venisse tolto ora con "Il cencio" o lo "strofinaccio" rappresentato spesso da antichi tessuti logori provenienti da vecchi vestiti.

E la carta igienica? La carta igienica fu inventata nel 1857 negli Stati Uniti ma arrivò ad un consumo popolare in Italia solo dopo la seconda guerra mondiale. Prima di allora si utilizzava quello che si trovava: "pampani", ovvero fogli di fico o vite, carta paglia o di giornale o del pane. Quando arrivò a Empoli la carta igienica molti empolesi dovettero aspettare anni prima di comprarla perché costava tanto, era un vero bene di lusso.

La carta paglia è stata inventata a Lucca a Villa Basilica nel 1834 da Stefano Franchi mescolando acqua, paglia e calce. Chi aveva il bidet comunque utilizzava pure quello, lavandosi. Questa modalità di pulirsi direttamente con l'acqua è ritornato in auge tra persone particolarmente attente all'ambiente.

Ma perché vi parlo di carta? Perché Secondo Greenpeace gli italiani hanno un consumo di carta procapite tra i più alti del mondo: circa 200 kilogrammi, cioè circa 80 risme di A4. Ciò significa che una famiglia di 4 persone consuma 2 alberi ogni anno. Per ricordarlo in Italia siamo circa 60 milioni di persone.

E visto che noi amiamo gli alberi potremmo fermarci a riflettere come ridurre il nostro consumo di carta partendo da piccoli grandi gesti quotidiani.

Quali sono questi gesti? Ovviamente ritornare alla nostra 'pezzola', l'utilissimo fazzoletto della nonna. E come possiamo portarci dietro un piccolo fazzoletto possiamo certamente portarci nei nostri zaini e nelle nostre borse un piccolo asciugamano da utilizzare ovunque, sopratutto al lavoro e nei locali pubblici.

Io ne ho uno provvisto di un gancio e una molletta per appenderlo alla bisogna. A tavola riportiamo i nostri storici tovaglioli, si lavano facilmente e arricchiscono la nostra tavola. Per il resto passiamo all'acqua e alla carta riciclata!

La carta riciclata proviene dalla nostra raccolta differenziata, permette alle discariche di non crescere e di inquinare meno il nostro già malatissimo pianeta. La carta riciclata permette di non abbattere nuovi alberi in chissà quali remote foreste. Usando prodotti riciclati sostiamo l'economia circolare. E poi ancora, quando andiamo a fare spesa, chiediamo di farci mettere il pane in un bel sacchetto di tessuto e così per il resto degli alimenti utilizzando contenitori poliuso, come succede già in molti paesi, come la Francia.

Anche in Italia, grazie alla Legge 141/2019, sarebbe possibile presentarsi (da dicembre 2019) nel proprio Alimentari di fiducia e richiedere il confezionamento del cibo in contenitori poliuso portati da casa, purché puliti. Per chi non lo sapesse non sarebbe più obbligatorio nemmeno usare guanti monouso se presente gel idroalcolico.

Ma impariamo a recuperare e riciclare la carta! io per esempio, grazie agli insegnamenti di nonno, costruisco e ricostruisco quaderni e agende, ma possiamo veramente fare di tutto. Un pacchetto regalo? Usiamo la carta dei quotidiani!

Biglietto di auguri? Inventiamocelo usando carta riciclata.

Carta per stampanti? Quaderni? In carta riciclata, magari certificata certo, ma possiamo anche utilizzare fogli usati stampati da una sola pagina. I libri e le riviste in carta riciclata esistono come le nuove tecnologie (tablet, cellulari etc) permettono di conservare documenti senza stamparli. Quindi incominciamo a fare la nostra parte, ora.

Alessio Arrighi

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