L'impegno dei Comuni del Chianti per abolire la 'Tampon tax'
I Comuni del Chianti e il Tavolo Politiche di genere si uniscono all'appello per abolire la “Tampon tax”, ovvero l'Iva su assorbenti e prodotti igienico-sanitari femminili. La firma è avvenuta ieri nella sala consiliare “Falcone e Borsellino” del Comune di Bagno a Ripoli. L'iniziativa è promossa dall'associazione “Tocca a Noi” assieme alla consigliera comunale di Firenze Laura Sparavigna, impegnata in queste settimane in un “Tampon Tax tour” su tutto il territorio nazionale. L'obiettivo è quello di raccogliere quante più firme possibile per chiedere al Parlamento di abolire la tassazione sugli assorbenti femminili e sui pannoloni per bambini e anziani.
Erano presenti i sindaci dei Comuni del Chianti Francesco Casini (Bagno a Ripoli), Roberto Ciappi (San Casciano Val di Pesa), Paolo Sottani (Greve in Chianti), David Baroncelli (Barberino Tavarnelle), Alessio Calamandrei (Impruneta) e l’assessore Francesca Cellini (Bagno a Ripoli). Insieme a loro, i rappresentanti del Tavolo Politiche di genere le assessore Laura Cioni (Impruneta), Marina Baretta (Barberino Tavarnelle), Eleonora Francois (Bagno a Ripoli), Maria Grazia Esposito (Greve in Chianti), il sindaco Roberto Ciappi (San Casciano in val di Pesa) e le rappresentanti sindacali Laura Scalia (Cgil Chianti), Maria Grazia Viganò (Fnp-Cisl), Maria Pia Leoncini (Fnp-Cisl Firenze Prato), Daniela Borselli (Cgil-Spi Firenze).
“La tampon tax, ovvero l'aliquota sul valore aggiunto applicata su assorbenti, tamponi e coppette mestruali, è un'imposta che riteniamo debba abolita - dichiarano i sindaci, le assessore e i rappresentanti del Tavolo Politiche di Genere - non ne facciamo una questione ambientale, la nostra adesione alla campagna “Un nuovo ciclo” nell’ambito della Tampon Tax Tour è un'azione diretta a combattere un sistema di tassazione ingiusto e discriminatorio e ad eliminare quella che legittimamente è considerata una disparità fiscale di genere, gli assorbenti non sono un prodotto di lusso sono un'esigenza costante che si ripete nel tempo cui ogni donna non può rinunciare. Non riusciamo a comprendere il motivo per cui i prodotti igienici femminili, come anche i pannolini per i neonati, siano sottoposti all'aliquota ordinaria del 22% perché non considerati bene di prima necessità mentre altri beni, come il latte, i libri, gli occhiali sono tassati al 4%. Tra gli Stati dell'Unione Europea che applicano l'Iva sui prodotti igienici femminili l'Italia occupa uno degli ultimi posti. Gli assorbenti devono essere considerati alla stregua dei beni di prima necessità, indispensabili a condurre una vita dignitosa. Per tutte le donne che devono potersi sentire a loro agio e agire liberamente quando si tratta del loro corpo”.
Fonte: Ufficio Stampa ASSOCIATO DEL CHIANTI FIORENTINO