Mazzantini (Pd): "G8, sinistra in crisi per non aver fornito risposte"
Il segretario del Partito democratico dell'Empolese Valdelsa Jacopo Mazzantini interviene in occasione dell'anniversario del G8 di Genova.
“Sono trascorsi 20 anni dai giorni caldi di Genova, quando la città si trovò in un fine settimana al centro del mondo e, per i fatti che si susseguirono in quei giorni, ci sarebbe rimasta ancora a lungo.
Il G8 di Genova del 2001, infatti, non è passato alla storia tanto per ciò che discussero i Grandi del Mondo, ma per tutto ciò che accadde fuori dal Palazzo.
Dalla morte di Carlo Giuliani in Piazza Alimonda alle violenze nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto, dalle devastazioni di auto e vetrine da parte dei black bloc alle manifestazioni pacifiche delle centinaia di migliaia di persone giunte da tutto il pianeta per chiedere un altro modello di sviluppo, basato su una maggiore giustizia sociale ed ambientale.
Fu l'inizio di una nuova stagione di grandi mobilitazioni, che si sarebbe replicata l'anno seguente sugli stessi temi a Firenze e poi nel 2003 a Roma contro la guerra in Iraq.
I fatti di Genova e le sentenze che ne seguirono hanno condotto finalmente il nostro Paese ad introdurre il reato di tortura, che per quanto strano non era contemplato dal nostro ordinamento giuridico. Ma soprattutto, a distanza di due decadi, ci consegnano tutta l'attualità delle istanze che sfilarono per le strade della città, se solo si considera la grande crisi economica mondiale del 2008 innescata dalla crisi finanziaria statunitense dei mutui subprime, l'emergenza ambientale fattasi nel frattempo ancor più critica e la pandemia in corso che ha palesato le criticità sanitarie più o meno profonde dei sistemi sanitari nazionali.
Con Genova e con quelle istanze la sinistra europea di governo sta facendo ancora i conti e da alcuni anni vive una crisi senza precedenti, anche per non aver individuato una risposta globale progressista, convincente, di fronte ai fenomeni della globalizzazione e della rivoluzione tecnologica, che hanno creato sì nuove opportunità, ma hanno anche rappresentato per molti l'essere esposti a nuovi rischi.
L'immagine della globalizzazione quale pericolo principale contro cui sentirsi protetti, quale causa di esclusione dai processi di modernizzazione ha generato, in particolare nelle aree più fragili, un senso di isolamento e ribellione. Una paura alimentata dalla grande crisi economica del 2008, acuita dai contestuali flussi migratori di massa e dalla pandemia odierna, che ha trovato i movimenti reazionari pronti a riposizionarsi ovunque nel mondo sfruttando l’occasione per ritrovarsi attorno a un messaggio nazionalista quale nuovo elemento identitario, di chiusura e protezione. La sinistra, al contrario, non si è caratterizzata per una risposta alternativa al passo con i tempi ed oggi soffre, soprattutto in europa, della ricerca ancora non compiuta di proposte ideali e pratiche conseguenti, chiare e riconoscibili.
Per questo l'anniversario del ventennale del G8 di Genova non è solo una ricorrenza di cui discutere al passato, ma il presupposto per provare a dare una risposta allo slogan che più di tutti richiama quei giorni e che attende ancora oggi una proposta politica concreta: un altro mondo è possibile".
A questo proposito, con l’intento di non limitarsi a celebrare una ricorrenza, ma di affrontare alcune delle questioni irrisolte poste dal G8 di Genova venti anni fa, il Pd Empoli organizzerà da settembre alcuni momenti di discussione e approfondimento.