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"Gkn è una questione nazionale" anche PCI alla manifestazione del 24 luglio

Il licenziamento dei 422 lavoratori della GKN (più di 500 con l'indotto) è una questione nazionale.

In meno di un mese abbiamo assistito alla chiusura di numerose aziende con il licenziamento di oltre 1000 lavoratrici e lavoratori. Oltre alla GKN, vogliamo ricordare la ABB di Marostica (60 licenziati), la Gianetti ruote di Monza (152 licenziati), la Whirpool di Napoli (340 licenziati), la Timken di Brescia (110 licenziati) e, nella nostra regione, la Bekaert, con 110 lavoratori ancora a casa, lo stabilimento abbandonato, e con alcuni firmatari di quei licenziamenti che in tv esprimono la loro solidarietà ai lavoratori GKN senza nemmeno provare vergogna.

La sistematica distruzione dei diritti del mondo del lavoro, la mancanza di una speranza positiva per il futuro delle forze produttive, frutto delle politiche liberiste portate avanti negli ultimi decenni, devono essere la questione prioritaria per i comunisti e per la sinistra di classe.

La lotta contro queste politiche non può essere solo difensiva e di resistenza per “contenere il danno”. Deve essere un punto di partenza del progetto di un modello di sviluppo alternativo. Un progetto che preveda un netto cambio di direzione in materia di lavoro, con proposte come l’autogestione da parte dei lavoratori, una legge contro le delocalizzazioni che preveda sanzioni per le multinazionali e i fondi di investimento che spogliano i territori e ne sfruttano le capacità logistiche ed economiche, un forte e strutturale intervento pubblico nell’economia soprattutto nei settori strategici, produttivi o meno.

È necessario attuare i principi e le norme costituzionali con l'esproprio e la nazionalizzazione delle attività produttive ritenute di interesse sociale e strategiche per lo sviluppo del nostro paese. Lo Stato e le Istituzioni devono intervenire e fare il loro dovere di garantire un lavoro stabile e sicuro a tutti.

È ora di dire basta all’arroganza dei padroni e di questo loro governo succube di confindustria e della finanza, che quotidianamente fa macelleria sociale.

Come primo passo è necessario che si ripristini il blocco dei licenziamenti in tutto il territorio nazionale e per ogni settore. Lo si faccia riconoscendo che firmare la “Presa d'atto” è stato un errore.

Il Partito Comunista Italiano appoggia gli operai che lottano per il diritto al lavoro. Per questo eravamo presenti allo sciopero regionale toscano del 19 luglio. Per questo appoggiamo lo sciopero dei metalmeccanici del 22 luglio e saremo alla manifestazione a Roma dei lavoratori della Whirpool. Per questo saremo presenti alla manifestazione nazionale del 24 luglio davanti alla GKN.

È necessaria una grande partecipazione e la massima unità delle lavoratrici e dei lavoratori affinché questa data possa divenire un passo fondamentale per la difesa e lo sviluppo del lavoro e dei diritti. Un obiettivo prioritario deve essere quello di unire tutte le vertenze del mondo del lavoro in ogni parte del nostro paese e creare un vasto movimento che si opponga all'attacco padronale in atto.

Insieme Insorgiamo. Contro padroni, speculatori e il governo Draghi e la UE che ne sono l'espressione politica.

Fonte: Pci Toscana - Ufficio stampa

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