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Chirurgia mininvasiva all'ospedale di Empoli: meno stress e ripresa migliore

Nei giorni scorsi anche la chirurgia generale dell’Ospedale San Giuseppe di Empoli, diretta dal dottor Massimo Calistri, ha adottato il protocollo Eras (Enhanced Recovery After Surgery) per interventi di chirurgia resettiva colorettale sia per patologie benigne che maligne.

Lo scopo del protocollo Eras è aiutare il paziente ad affrontare l’intervento in una condizione psico-fisica ottimale, senza stress, ben nutrito e con un profilo funzionale adeguato così da contribuire alla buona riuscita dell’operazione chirurgica. L'applicazione del protocollo Eras punta ad andare incontro alle esigenze del paziente. Attraverso un percorso informativo di ciò che accade prima, durante e dopo l'intervento ed un programma di alimentazione e ottimizzazione della sua condizione psico-fisica il paziente potrà affrontare l'evento con più serenità con una conseguente riduzione di complicanze post operatorie.

Tutti questi vantaggi vengono ulteriormente incrementati qualora l'intervento venga eseguito con metodica mininvasiva, senza grandi incisioni sull'addome. Il Dr. Calistri, nominato da qualche mese direttore facente funzione della chirurgia generale di Empoli, ha consolidato le tecniche di chirurgia minivasiva all’interno della chirurgia oncologia a indirizzo robotico presso l’Azienda ospedaliero universitaria Careggi, dove ha lavorato per dieci anni. Tra i suoi obiettivi migliorare e implementare l'attività chirurgica oncologica addominale laparoscopica e mininvasiva dell’Ospedale San Giuseppe.

“La laparoscopia (ossia la chirurgia eseguita attraverso piccole incisioni sull'addome utilizzando videocamere e strumenti minvasivi) è ormai la tecnica standard per l'approccio chirurgico alla maggioranza delle patologie addominali tumorali e non. L'assenza di grandi incisioni sull'addome permette una miglior ripresa post-operatoria, un minor dolore e un precoce ritorno alle attività ordinarie pur garantendo una qualità oncologica analoga all'intervento a cielo aperto", sottolinea il dottor Calistri

Il punto di partenza del percorso Eras è rappresentato dal counseling preoperatorio, ovvero un momento di incontro tra l’equipe multidisciplinare di professionisti composta da chirurgo, anestesista, dietista ed infermiere e il paziente. Durante l’incontro vengono presentate le varie fasi del protocollo e l'iter dell'intervento chirurgico, condividendo con il paziente obiettivi e motivandolo ad aderire al percorso.

Qualora ritenuto necessario verrà attivato anche un supporto psicologico e un supporto fisioterapico. Alla fine del counseling i professionisti sanitari consegnano al paziente le indicazioni dietetiche, raccomandano un incremento dell'attività fisica quotidiana, nonché l’astensione da alcool e fumo nelle 4 settimane precedenti l’intervento e rilasciano la prescrizione di immunonutrienti da assumere 1 settimana prima per potenziare le difese immunitarie.

Ai pazienti grandi fumatori (>15-20 sigarette al giorno) o con anamnesi positiva per patologia respiratoria severa (BPCO, asma, sindrome delle apnee notturne) viene consegnato un incentivatore respiratorio da utilizzare per tutto il periodo preoperatorio (5 minuti consecutivi, da ripetere almeno 5-6 volte al giorno) e postoperatorio.

Questo tipo di protocollo viene già applicato in altri presidi tra cui l’Ospedale San Jacopo di Pistoia, Santo Stefano di Prato, Santa Maria Annunziata e San Giovanni di Dio di Firenze.

Sempre al San Giuseppe da ormai quattro mesi è stato avviato con successo il programma di Chirurgia Ambulatoriale Complessa. Iniziato in periodo di lock-down per ovviare alle restrizioni di posti letto durante la fase più pesante dell'epidemia da coronavirus il programma è risultato un'ottima alternativa al ricovero tradizionale per il trattamento di alcune patologie molto comuni.

Questa attività riunisce in un percorso dedicato una serie di interventi chirurgici (plastica di ernia inguinale, crurale ed ombelicale, asportazione di cisti sacrococcigee e interventi per patologia proctologica) che prima venivano gestiti in regime di ricovero ordinario mentre adesso, in pazienti selezionati, possono essere eseguiti in regime ambulatoriale.

Il paziente dopo l'intervento viene accolto su una poltrona sanitaria sotto il controllo del personale medico e infermieristico e poche ore dopo l'intervento può alzarsi e lasciare l'ospedale con una rapida mobilizzazione ed una miglior ripresa delle attività ordinarie.

Fonte: Asl Toscana Centro

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