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Doppia patente, di guida e 'da resuscitatore': il progetto prende forma

In Europa muoiono quotidianamente per arresto cardiaco circa 1000 persone indipendentemente da età, sesso o stile di vita. Più o meno come se si schiantassero due jumbo jet a pieno carico ogni giorno ma senza il conseguente frastuono mediatico. Un killer silenzioso di cui raramente parliamo ma che ultimamente ha avuto una sua espressione sui campi del torneo europeo di calcio colpendo all’improvviso il giocatore danese Christian Eriksen proprio sotto gli occhi di tutti. E sappiamo che, nel suo caso, la prontezza di intervento del capitano danese Simon Kjaer e l’accesso rapido a cure specialistiche hanno scongiurato il pericolo senza alcuna conseguenza.

Bisogna infatti sapere che senza un adeguato e immediato intervento di supporto in attesa dei soccorsi le possibilità di sopravvivenza (che comunque includono anche la possibilità di sviluppare disabilità gravi) si attestano su un inaccettabile 8%.

Il 75% degli eventi avviene però in presenza di almeno un’altra persona ed è da qui che viene l’intuizione del dottor Fabio Costantino, cardiologo clinico che opera nei distretti sanitari di Massa e Carrara che oggi, in occasione della conferenza sul progetto “Patente di guida e BLS-D: più formi più salvi” avvenuta oggi presso la Sala della Resistenza del Palazzo Ducale a Massa, rappresenta la U.O. Cardiologia del Nuovo Ospedale Apuano: “Formare nuove generazioni di “resuscitatori” – spiega  il dottore – potrebbe salvare da morte o disabilità permanenti causate dal conseguente danno cerebrale circa 100.000 persone l’anno, portando la percentuale di efficacia del primissimo intervento e dell’attuale utilizzo del defibrillatore dal 28% circa ad almeno il 60-70%. Ma come fare per raggiungere questo obiettivo? La mia idea è quella di associare agli esami per il conseguimento della patente di guida anche un esame di primo soccorso (BLS-D)  elevando soprattutto i giovani, ovvero la stragrande maggioranza di chi affronta un esame per il conseguimento di questo certificato, al ruolo di assoluti protagonisti affinché ognuno di loro possa trasformarsi, all’evenienza, nel Simon Kjaer di turno. Ovviamente – prosegue Costantino - formare anche chi è già in possesso della patente di guida, magari all’occasione del rinnovo, sarebbe il massimo traguardo in un’ottica di impegno civile attivo in questo senso al motto di più formi, più salvi.”

“L’idea è vincente – spiega il dott. Carlo Manfredi, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (OMCeO) di Massa e Carrara – e il nostro supporto al progetto consisterebbe nel creare una rete virtuosa tra le scuole superiori della provincia e la Fondazione Monasterio, che include le attività dell’Ospedale del Cuore di Massa, volta alla somministrazione di corsi di formazione di BLS-D (Basic Life Support & Defibrillation, dall’inglese Supporto di Base delle funzioni vitali e Defibrillazione precoce) durante l’ultimo anno di scuola. Questo progetto – continua il dott. Manfredi – oltre a formare i nostri ragazzi e spingerli a mettere in pratica quanto imparato, servirebbe da catalizzatore per sensibilizzare la nostra provincia, il governo e gli enti nazionali coinvolti sull’importanza del BLS-D e sulla necessità di una diffusione ancora più capillare di defibrillatori sul territorio, posizionando la nostra provincia e l’Italia intera nel ruolo di capofila nel contrastare la morte da arresto cardiaco”.

“L’istituzione di questa rete è fondamentale – illustra il presidente della provincia Gianni Lorenzetti – poiché risulta difficile voltare le spalle ad un’incidenza così elevata e che coinvolge spesso i nostri ragazzi. Proprio in questo momento pandemico, dove la figura degli adolescenti e dei giovani è stata senza dubbio la più penalizzata, dare a loro il ruolo di protagonisti ha una valenza non solo di rilevanza ed utilità sociale, ma anche di riscatto verso un periodo che li ha visti sicuramente in un ruolo di assoluta impotenza in ambito scolastico, sportivo e di socializzazione.”

«Quello della morte cardiaca improvvisa giovanile – racconta Marco Torre, Direttore Generale della Fondazione Monasterio – è un tema purtroppo caro a chiunque: rappresenta campanello di allarme nel mondo sportivo, desta preoccupazione fra la popolazione, stimola la ricerca nei clinici, accende i riflettori della stampa e dell’opinione pubblica. Quello che è certo, è che questo fenomeno deve assolutamente essere conosciuto per poter essere prevenuto: ecco perché la Monasterio, insieme a Scuola Superiore Sant’Anna, Università di Pisa, Aoup e Usl Toscana Nord-Ovest, si sono unite nel progetto JUST (JUvenile Sudden cardiac deaTh: JUST know and treat), con lo scopo di seguire un registro prospettivo e retrospettivo dei casi di morte improvvisa, che senza dubbio è lo strumento più adeguato per una mappatura del rischio nella popolazione giovanile. Accanto ad un registro non può che mancare la formazione: siamo stati onorati, infatti, di essere stati coinvolti nel progetto “più formi più salvi”. Dei cittadini maggiormente consapevoli e preparati oggi, potranno essere degli angeli salvifici domani, qualora si presenti davanti ai loro occhi un caso di emergenza».

«Nei casi di arresto cardiaco il fattore tempo è fondamentale - spiega Sergio Berti, Direttore della UO Cardiologia Diagnostica e Interventistica della Fondazione Monasterio. Le malattie cardiovascolari tempo-dipendenti sono molto vicine, come approccio, a quello della gestione in rete dell'infarto acuto. Queste hanno, però, un grave svantaggio: richiedono tempi ancora più rapidi. Nel caso di un arresto cardiaco, l'ambulanza impiega fra i 12 e i 15 minuti per arrivare, ed è un lasso di tempo che non può essere atteso: è necessario che nelle vicinanze vi sia qualcuno che sia in grado di effettuare un massaggio cardiaco per i 5-6 minuti che possono aiutare chi è in difficoltà. Formare quante più persone possibili ad eseguire la rianimazione di base, persone che, ragionando su un lungo periodo, saranno molte, significa avere più probabilità di salvare delle vite. La Fondazione Monasterio dispone di molto personale esperto, e rispondiamo con entusiasmo a questa richiesta di partecipazione.  Si tratta di un progetto ambizioso che meriterebbe una prospettiva più ampia, in termini di tempo, tenendo conto, un domani, anche di poter utilizzare tecnologie avanzate».

“La sensibilizzazione sull’uso di questi strumenti di primo soccorso come il defibrillatore – aggiunge il dottor Cosmo Andriani, oggi in rappresentanza della UO Cardiologia di Massa e Carrara – deve essere istituzionalizzata il più possibile e diffusa capillarmente alla popolazione, soprattutto tra i giovani. Non possiamo più accettare, nel ventunesimo secolo, che si debba sperare di trovarsi nel raggio di azione di un medico o di un sanitario esperto al momento del bisogno ma dobbiamo formare una società pronta e proattiva in questo senso. Proprio per questo sposiamo totalmente la progettualità e siamo pronti a dare la massima collaborazione al fine di raggiungere questo scopo.”

“Ogni anno – spiega Nino Mignani, presidente della Croce Bianca Massa Carrara - nelle scuole della provincia vengono svolte delle iniziative e degli incontri sul primo soccorso e BLS-D organizzate da realtà come la nostra e associazioni operanti sul territorio che vorremmo coinvolgere: sarebbe fantastico dare lustro all’impegno e alla professionalità dei volontari istituzionalizzando tali iniziative e creando un vero e proprio protocollo nell’ottica di un servizio ancora più efficiente e a vantaggio di tutti”.

“Partire dalle scuole del territorio è fondamentale – spiega Bruno Ciuffi, presidente delle Misericordie Massa Carrara – proprio per evitare i lunghi tempi tecnici e cominciare fin da subito a lavorare sui ragazzi. Noi ci siamo e siamo pronti a concentrare le nostre forze, già messe in campo in questo senso, per raggiungere gli alti livelli di efficacia che questo progetto potrebbe permettere.”

“Un massaggio cardiaco ben fatto, così come una defibrillazione, permettono di avere una risposta del paziente al nostro arrivo nettamente diversa – spigano i medici del 118 Maria Laura Valcelli e Alessandra Landini – ovviamente in positivo. Se tutti i cittadini fossero in grado di intervenire sin da subito in questo senso non avremmo certo il numero di morti e di disabilità che ogni anno funestano la nostra vita professionale. Fornire un supporto immediato è davvero semplice, basta sapere come intervenire. Questo progetto può senza dubbio rappresentare la svolta culturale di cui abbiamo tutti bisogno.”

Fonte: Ufficio stampa

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