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Fi-Pi-Li, Cioni (Cna): "Tre parole chiave per uscire dalla crisi"

“L’ennesima conseguenza della difficoltà che la politica ha in quello che è uno dei suoi compiti: scegliere e decidere. Con criterio. E invece rimanda finché la scelta, quella che tampona l’emergenza, non certo quella che risolve il problema, diventa ineluttabile, solitamente in concomitanza con altre decisioni analoghe che bloccano la viabilità extraurbana e urbana nell’area della Città Metropoloitana di Firenze. Fi-pi-li con cantieri per frane e buche, Autopalio con cantieri tra Firenze e San Casciano e tra San Casciano e Impruneta, A1 con il casello di Impruneta chiuso e cantieri fra Firenze Sud e Incisa sull’Autosole. Un ingorgo perfetto, certamente non dovuto al fato”.

È amareggiato Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana, nel commentare l’inferno che, puntualmente, le strade e autostrade toscane si trovano a vivere ogni estate.

“Negli ultimi 25 anni non ricordo un’estate senza cantieri sulla Fi-Pi-Li. Cantieri che non risolvono, ma mettono solo pezze che, in questo come in altri casi, ignorano i problemi geologici e morfologici di base che, puntualmente, si ripresentano” prosegue Cioni.

“I disagi per i cittadini e i lavoratori sono enormi. Idem per le imprese. Come parlare di ripartenza se, ai problemi già accumulati in 16 mesi di pandemia, si aggiungono i costi imposti dal caos dei collegamenti? Qualche esempio base. Se i trasporti impiegano più tempo per le consegne, l’impresa deve trattenere al lavoro i dipendenti oltre l’orario consueto con straordinari che, di questi tempi, gli imprenditori non si possono proprio permettere. Idem dal versante delle imprese di trasporti: tratte più lunghe richiedono più carburante con costi che, neppure in questo periodo di crisi, sono stati mitigati da un alleggerimento delle accise”.

Le parole chiave per CNA sono tre.

“Decisioni politiche responsabili che coinvolgano tutti i soggetti interessati: Regione, Città Metropolitana, Comuni, Autostrade, Anas. Lavori seri, a regola d’arte in cui non ci sia da rimettere le mani. E dai tempi certi: le imprese sanno aspettare se la situazione lo richiede e se i cronoprogrammi dei cantieri sono resi noti e vengono rispettati.  Questa volta non si possono campare neppure scuse di ordine economico viste le risorse che stanno per essere immesse nel nostro paese. Manutenzione ordinaria costante: possibile che, per fare un esempio, oggi, sulla Fì-Pi-Li, calcolata l’inflazione e l’aumento dei prezzi, si spenda dal 30 al 40% in meno che nel 2007?” conclude Cioni.

 

Fonte: Cna - Ufficio stampa

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