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Chiusure in A1, sindaci del Chianti in rivolta: "Siamo vicini al collasso"

“Contesteremo e denunceremo la grave situazione che sta paralizzando le nostre comunità, pendolari, famiglie e operatori economici, senza alternativa alcuna, finché non verremo ascoltati dagli enti competenti, Autostrade per l’Italia e Anas, totalmente indifferenti alle problematiche esplose a catena nei giorni scorsi, determinate da scelte prive di senso”.

Tornano ad attaccare i quattro sindaci del Chianti, esasperati dal caos e dal traffico impazzito che infuocano le strade dei Comuni di San Casciano in Val di Pesa, Greve in Chianti, Impruneta e Barberino Tavarnelle.  La posizione dei primi cittadini si inasprisce dopo il sopralluogo che poche ore fa hanno effettuato insieme lungo l’Autopalio e all’uscita dello svincolo autostradale Firenze Impruneta, chiuso dallo scorso 26 giugno.

“Questa mattina abbiamo assistito in diretta persino ad un incidente, per fortuna senza gravi conseguenze per le condizioni di salute degli automobilisti coinvolti, complice il traffico intensissimo nell’area dello svincolo – commentano preoccupati i sindaci Roberto Ciappi, Alessio Calamandrei, Paolo Sottani e David Baroncelli – il problema non solo è reale, visibile sotto gli occhi di tutti, ma sta lievitando ogni giorno generando una sequenza incontrollabile di ripercussioni che aggravano e appesantiscono il transito veicolare, soprattutto in corrispondenza del fine settimana con le uscite fuori porta e il flusso automobilistico diretto verso il mare”.

Non usano mezzi termini i sindaci per additare le responsabilità di Autostrade, accusata di aver previsto tempi inappropriati per realizzare gli investimenti, concentrati nel periodo che avrebbe dovuto alimentare maggiori aspettative sul piano turistico, e di non aver condiviso la programmazione con le istituzioni territoriali.

“Siamo favorevolissimi agli interventi strutturali, che si rendono necessari per la messa in sicurezza delle nostre viabilità e per i quali abbiamo condotto più di una battaglia perché i cantieri abbandonati da anni tornassero attivi, – continuano - ma non è questo il modo di operare e di farli ripartire. Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione sulla chiusura dell’A1, se non all’ultimo tuffo, la sera prima, non siamo mai stati coinvolti nella programmazione della riapertura dei cantieri, non conoscevamo nulla delle intenzioni di Autostrade e non abbiamo potuto informare i cittadini, coloro che risiedono e lavorano nei nostri territori e nell’area fiorentina. Nonostante tutto, come istituzioni vicine alle nostre comunità, ci ritroviamo oggi a pagare inermi le conseguenze di una scelta che riteniamo miope e deleteria.

E visto che Autostrade ignora e mostra indifferenza rispetto ciò che accade nel nostro territorio noi al contrario preferiamo la linea della trasparenza e dell’informazione diretta. Sappiano i vertici della società che la ‘cella’ stradale che hanno costruito all’alba della stagione turistica sta condannando ad un’ingiusta reclusione il mondo del lavoro e dell’economia chiantigiana, portata avanti con fatica e sacrificio dai pendolari, dagli imprenditori, dagli operatori del comparto turistico-ricettivo che aspettavano la bella stagione per riprendere fiato dopo un’annata di difficoltà e rischi di chiusure.

Parliamo di sicurezza, minacciata non solo dalla chiusura dello svincolo autostradale Firenze Impruneta ma dalla pluralità di cantieri, in corso e in partenza, come quello previsto domani, 5 luglio, che limiteranno per un lungo periodo la fluidità della circolazione stradale sulla Firenze Siena, cui si sommano i rallentamenti continui e il riversamento del traffico sulle strade ordinarie che attraversano i nostri centri urbani”.

“Chiediamo ad Autostrade – incalzano - perché concentrare tutto in un momento così delicato per la ripartenza del Chianti e per quale ragione non siamo stati interpellati? Avremmo potuto dare una mano, avendo piena conoscenza delle esigenze e delle caratteristiche dei nostri territori. Tra l’altro stiamo ancora ancora aspettando le opere di ricaduta della terza corsia autostradale dal 1999”.

La priorità adesso è individuare una soluzione alternativa alle forti criticità sorte lungo le principali direttrici che collegano il Chianti a Firenze e Siena. “Ci aspettiamo che Autostrade intervenga nell’immediato – concludono – continueremo a lottare per non restare soffocati dagli effetti devastanti di azioni inaccettabili, non staccheremo lo sguardo dalla drammaticità della situazione, non assisteremo al declino agonizzante di una ripresa che rischia di morire sul nascere”.

Fonte: Ufficio stampa associato del Chianti Fiorentino

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