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Trattamento chirurgico del tumore al polmone: Bezzini elogia Aoup

Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte per neoplasia nei paesi industrializzati e in Italia si contano, ogni anno, oltre 40mila nuove diagnosi. Il trattamento chirurgico è quello più efficace negli stadi iniziali della malattia e permette di raggiungere percentuali di sopravvivenza, a 5 anni, superiori all’80%.
Per decenni l’intervento più eseguito è stata la lobectomia con l’asportazione dei linfonodi della regione ilo-mediastinica, che si eseguiva attraverso una procedura decisamente traumatica: la toracotomia postero-laterale, cioè una grande incisione sul torace e la sezione di due muscoli. È evidente come tali interventi comportassero difficoltà che come minimo allungavano, o persino aggravavano, il decorso post-operatorio dei pazienti.
Da tempo sono state comunque sviluppate modalità tecnologicamente molto più avanzate e si sono andate sempre più affermando tecniche mini-invasive videoassistite (VATS quadriportale, triportale, Robotica) che permettono l’esecuzione dello stesso intervento, con la stessa radicalità oncologica, mediante 3 o 4 accessi di soli 1-3 cm.
Una delle più avanzate è la VATS (Video Assisted Thoracic Surgery / Chirurgia Toracica Video-Assistita) uniportale, attualmente utilizzata in Italia solo da quattro o cinque centri e introdotta a Pisa dal professor Marcello Carlo Ambrogi, dell’unità operativa Chirurgia toracica, diretta dal professor Marco Lucchi. Ad oggi sono state eseguite dall’équipe di Lucchi (composta, oltre ad Ambrogi, dai chirurghi: Paolo Dini, Stylianos Korasidis, Vittorio Aprile e Maria Giovanna Mastromarino) oltre 200 procedure con la tecnica Uniportale, tra le quali oltre 100 tra lobectomie e resezioni polmonari anatomiche. Si sono ottenuti fin da subito ottimi risultati, che sono stati recentemente presentati al meeting annuale della ISMICS (International Society for Minimally Invasive Cardiothoracic Surgery) e presto saranno pubblicati sulla rivista “Innovations”.
Simone Bezzini – assessore regionale alla sanità – sottolinea come “l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana si dimostri ancora una volta attenta nell’esplorare e percorrere le strade scientificamente più avanzate offerte dal panorama internazionale, per fornire ai pazienti le migliori soluzioni in termini di mini invasività e ottimizzazione dei tempi di recupero”.
Lucchi illustra com’è nata e quale sviluppo ha avuto, a Pisa, questa tecnica.
“Sotto la mia direzione”, spiega Lucchi, “è stato dato ulteriore impulso all’adozione della tecnica mini-invasiva video-toracoscopica (VATS) per l’esecuzione di numerosi interventi di chirurgia toracica. Tra questi anche le resezioni polmonari anatomiche come la lobectomia. E dopo una prima breve esperienza con la più comune tecnica triportale – peraltro già utilizzata con discontinuità in passato – si è deciso di adottare quella che ad oggi costituisce l’ultima evoluzione della videochirurgia toracoscopica, quella in assoluto meno invasiva: la VATS Uniportale”.
“Questa tecnica”, prosegue Ambrogi, “è stata descritta per la prima volta dal chirurgo galiziano Diego Gonzalez Rivas e si basa sull’utilizzo di un singolo accesso cutaneo di circa 3-4 cm al IV o V spazio intercostale. Viene quindi violato un solo spazio intercostale, e attraverso questo singolo accesso vengono inseriti una telecamera e degli strumenti chirurgici dedicati che permettono di eseguire l’intervento chirurgico con risultati oncologici sovrapponibili a quelli della chirurgia tradizionale, ma con enormi vantaggi per il paziente in termini di repentino recupero funzionale e respiratorio, una degenza ridotta così come un ridotto dolore post-operatorio, oltre che un eccellente risultato estetico.”

Fonte: Aou Pisa - Ufficio stampa

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