Ciclo di concerti su Brahms, Mehta e Trifonov sul palco del Maggio
Dopo la trasferta ad Atene all’Odeon Herodes Atticus dell’Orchestra del Maggio guidata dal maestro Zubin Mehta dello scorso 14 giugno, l’83esima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino prosegue con un doppio appuntamento per il ciclo dei concerti dedicati al compositore Johannes Brahms con il maestro Zubin Mehta sul podio, l’Orchestra del Maggio e la presenza di eccellenti solisti. Dopo Pinchas Zukerman l’8 giugno il quale ha accompagnato anche il Maggio ad Atene, Amanda Forsyth e Pinchas Zukerman impegnati nel doppio concerto per violino e violoncello op.102 il 12 giugno, ora è la volta del pianista Daniil Trifonov, venerdì 18 giugno e lunedì 21 giugno 2021, alle ore 20.
In programma il Concerto in re minore per pianoforte e orchestra op. 15 e la Sinfonia n. 1 in do minore op. 68.
Il concerto del 21 giugno 2021, in occasione della Festa della Musica, segna anche la prima trasmissione in diretta streaming della piattaforma digitale ITsART.
Già esaurita la data del 18 giugno, pochissimi i posti disponibili per la replica del 21.
L’ultimo appuntamento del “Ciclo Brahms” vedrà sul palco, il 6 luglio alle ore 20, insieme al maestro Zubin Mehta e all’Orchestra del Maggio, il pianista Daniel Barenboim In programma la Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90 e il Concerto in si bemolle maggiore op. 83 per pianoforte e orchestra.
In apertura dei due appuntamenti del 18 e 21 giugno, il Concerto in re minore op. 15 per pianoforte e orchestra frutto di una gestazione tormentata, durata quasi cinque anni, che ci appare come una sorta di lungo ponte fra il Brahms ventenne del 1853, che si firma “Johannes Kreisler” e ribolle di aspirazioni sentimentali e musicali, e quello degli anni Sessanta, dedito al paziente esercizio della musica da camera con un continuo raffinamento e arricchimento di armi formali, teso verso il raggiungimento di un poderoso equilibrio, almeno esteriore, nelle scelte stilistiche. La difficile gestazione del Concerto – che comprende modifiche e richieste di consigli ai fidatissimi Clara Schumann e Joseph Joachim – nasce anche dai favori altalenanti e dalle perplessità degli ascoltatori sul compositore dovute alle sue scelte stilistiche inconsuete e lontane dalle convenzioni del concerto per strumento solista e orchestra. Privilegiando un rapporto paritario tra pianoforte e orchestra, Brahms adotta qui una scrittura che concede ben poco spazio alla componente virtuosistica dello strumento ma che risulta perfettamente integrata in un complesso ordito orchestrale di matrice sinfonica.
In conclusione la Sinfonia n. 1 in do minore op. 68 che, anch'essa, sembra nata in un clima tormentato da mille incertezze con fitte trame compositive che creano un contrasto anche drammatico che si offre ancora oggi all’ascoltatore in tutta la sua ambiguità. Il compositore si era avvicinato alla meta sinfonica con cautela ed estrema prudenza: l’ombra del gigante Beethoven dietro alle spalle aveva indotto Brahms a una riflessione profonda sul linguaggio sinfonico del maestro per assimilarlo e custodirlo come un’eredità preziosa in primis, ma anche per emanciparsene creando un proprio stile. La Sinfonia n. 1, i cui primi abbozzi risalgono a vent’anni prima, fu portata a compimento tra le estati del 1874 e del 1876, trascorse da Brahms nella solitaria isola di Rügen sul Mar Baltico. Il 4 novembre del 1876 la sinfonia debutta a Karlsruhe con l’Orchestra Granducale diretta da Felix Otto Dessoff. Il pubblico l’accoglie favorevolmente anticipando il grande successo che nel giro di pochi mesi l’opera avrebbe riscosso nelle maggiori città tedesche.
Fonte: Teatro del Maggio Fiorentino