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L'archivio del fashion designer Roberto Ricci donato al Ferraris-Brunelleschi

Questa è la lettera che il Fashion Designer Roberto Ricci ha voluto inviare in ringraziamento all’Omaggio che l’Istituto “G. Ferraris- F. Brunelleschi” Sistema Moda ha inaugurato in suo onore il 27 maggio.

Già dalla fine dello scorso anno, diciamo Ottobre, o forse Novembre, ho iniziato a pensare quale futuro dare a quella massa non indifferente di disegni. Quando indico disegni mi riferisco al lavoro di stile e moda da me svolto in prevalenza nel periodo 1986/87 (quando ero iscritto all’Associazione Italiana Stilisti, di cui ero membro del direttivo e del comitato moda), fino alla fine degli anni ‘90 quando invece disegnavo per la mia produzione di abbigliamento (all’estero) e accessori (in Italia, a Firenze).

Questi disegni, consideravo fossero oltre 2000 originali per l’abbigliamento (a cui si aggiungevano le schede tecniche che, però, in parte erano state distrutte in occasione di un precedente trasloco dello studio) e più che altrettanti per gli accessori – prevalentemente borse.

Pensavo a questo lavoro, consideravo le giornate spese, da me e dai miei collaboratori, a intuire gusti, tendenze, capricci, desideri del pubblico femminile mutevoli col cambiamento di un sogno, un capriccio, un evento del personaggio top di ogni stagione. Sì, la moda è questo, è l’enfatizzazione dell’effimero e, per percepire queste voglie, queste lusinghe, bisogna avere altrettanta percezione, esperienza e professionalità.

Riguardavo i disegni e consideravo quanto questi non erano stati fatti per rimanere statici nel loro tempo, erano bensì proiettati nel futuro, fatti per cogliere desideri e necessità che solo i visionari sono capaci di percepire. Credo, infatti, di essermi ritenuto, essermi sempre sentito un visionario della moda.

Gli schemi del momento mi sono sempre stati stretti. Sono stato uno che ha amato aggiungere piuttosto che togliere ai propri lavori. Uno che ha sempre privilegiato la manualità artigianale alla pulizia minimalista pur sapendo che – nel settore – vige il concetto che “aggiungere è più facile che togliere” pertanto l’abilità dovrebbe stare nel ridurre, nel pulire. A ne non interessava, io vedevo specialmente la donna come un’entità da esaltare!

Questo, ancora, mi dicevano quei disegni. Quei figurini puntigliosamente ricchi di dettagli ben leggibili su abito, scarpe, borse, guanti, cappelli, maquillage, acconciature.

Tutto ciò, a mio parere non sarebbe dovuto andare disperso bensì sarebbe dovuto servire come elemento per la riflessione di chi avesse voluto confrontarsi in questo lavoro: gli studenti, i ricercatori.

Ho pensato a chi avrei potuto offrire questa possibilità. Nel settore conosco diverse e qualificate figure, ma personaggi con cui sentivo una sintonia di “intenti” per me era solo una, Grazia Focardi! Incontrata in varie occasioni di docenza nei corsi di moda e sempre disponibile a crescere ad aggiornarsi a ricercare mezzi e possibilità di miglioramento.

“Pronto Grazia?” all’altro capo del filo familiarità e curiosità. “Dovrei farti una proposta indecente, vorresti il mio archivio disegni? Sono tutti originali ma” stavo per dire che erano una marea mentre lei, dall’altra parte, in modo incontrollato gridava “Sì, certo che sì!” rischiando di essere fraintesa da eventuali astanti.

È venuta, credo quattro o cinque volte, a prendere tutti quei preziosi monti di carta, trattandoli come creature viventi, illuminandosi davanti ai miei commenti sulla tendenza, o sui dettagli, o sul periodo cui si riferivano. Memorizzando come una computer tutto, fotografando con gli occhi i particolari.

Beh, che dire. Tutto questo ha scaturito l’evento di ieri, 27 maggio 2021, presso il vostro Istituto Ferraris Brunelleschi, un evento che ha avuto una risposta, per me, inaspettata; una risposta che solo l’interesse, la competenza, la curiosità del professionista, la sete del fashionista può dare. Una risposta meravigliosa.

Dell’applauso fatto dagli studenti alla mia uscita in fine di serata, non posso parlare. Mi sono tanto commosso che non ho avuto il coraggio di voltarmi per salutare, avevo le lacrime agli occhi dall’emozione. Lieto di avervi consegnato i frutti del mio lavoro, della mia esperienza. Grazie per averli accettati. Ai docenti auguro un capace lavoro, ai ragazzi la stessa bramosia che ho avuto io.

Roberto Ricci

 

Fonte: Iis 'G. Ferraris-F. Brunelleschi' di Empoli

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