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'L'occhio di vetro', allo Stensen il documentario di Duccio Chiarini

“Non ricordo esattamente il giorno in cui, bambino, venni a sapere che i miei bisnonni materni erano stati fascisti; né tantomeno ricordo come venni a saperlo, ma ricordo perfettamente il giorno in cui, ormai adolescente, mi resi conto di quello che ciò significava. Quel giorno la parola fascismo uscì dai libri di scuola e si frappose come nebbia tra me e le persone più amate, rendendo improvvisamente torbido tutto ciò che per anni era stato cristallino”.

A parlare è il regista fiorentino Duccio Chiarini, che nel documentario “L’occhio di vetro” ha raccontato la storia dei suoi bisnonni fascisti. Il documentario arriva venerdì 4 giugno nelle sale italiane dopo la premiazione al 61° Festival dei Popoli come Miglior Documentario Italiano. Proiezione d’eccezione alla presenza del regista presso il Cinema Stensen (viale don Minzoni 25) proprio venerdì 4 alle 20.30.

Il regista porta lo spettatore a ripercorrere la storia d’Italia, a partire dalla Prima guerra mondiale così come è stata vissuta dai suoi nonni e lontani parenti. Al centro del documentario il diario del pisano Ferruccio Razzini che ha combattuto in difesa della Repubblica Sociale Italiana senza sapere che Mussolini era già morto e che l’Italia era stata appena liberata. Nel suo diario racconta la storia del padre Giuseppe, eroe della Prima guerra mondiale e fervente fascista, e quella delle sorelle Liliana e Maria Grazia, rispettivamente sposate con un fascista e un partigiano comunista, attive sui fronti opposti della guerra civile. Chiarini indaga lo spaccato storico della sua famiglia a partire dalle pagine scritte dal prozio: materiali d’archivio, fotografie e lettere contribuiscono a comporre un mosaico nel quale un momento cruciale della Storia d’Italia prende forma attraverso la lente di complesse dinamiche familiari.

Il film è prodotto da Asmara film, in associazione con Istituto Luce Cinecittà, con il supporto di Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo (MiC), in collaborazione con La Règle du jeu.

Fonte: Ufficio stampa

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