Mattia Desideri, architetto ispirato da Leonardo, in mostra a San Miniato
Mattia Desideri, un architetto artista vicino alla street art ma anche alle più avanzate esperienze performativa. Sarà dedicata a lui una personale presso lo Spazio dell’Orcio (via Augusto Conti, San Miniato), dal 4 al 27 giugno, ore 18-19 e 30, dove sarà possibile confrontarsi con i suoi interventi di arte molto contemporanea, anche se sempre attenti a non turbare lo spettatore, dialogando con lui e conquistare spesso l’attenzione.
Mattia Desideri è un giovane architetto di Vinci. Ha studio e laboratorio in casa, un luogo molto ordinato, come si addice alla sua professione.
Collabora comunque anche con alcuni professionisti, gli ingegneri Stefano Torre, Antonio Cinelli e Carlo Montanelli, a Fucecchio, in una serie di stanze anche stavolta molto lineari, con alle pareti grandi fotografie dedicate alle progettazioni di Santiago Calatrava; le foto mischiano bene il rapporto tra architettura e ingegneria.
Siamo nella parte bassa di un palazzo di diversi piani, sull’argine dell’Arno, tra Fucecchio e San Pierino. Un luogo appartato, anche se vicino al centro del paese. Mattia è stato avvicinato dai suoi colleghi in occasione della tesi in architettura, un paio d’anni fa, loro sono evidentemente molto sensibili alle progettazioni di Leonardo, soprattutto Cinelli, che vive proprio nella città del Genio di Vinci.
La tesi si intitolava “Attraverso i paesaggi di Leonardo da Vinci: progetti per la riconfigurazione di un tracciato storico”, che sono poi gli interessi di Mattia, molto legato alla valorizzazione del paesaggio. Tra l’altro è intervenuto ad un forum europeo, proprio per la presentazione del progetto intitolato a “Le vie di Leonardo”.
Desideri collabora alla promozione turistica con il comune di Cerreto Guidi, nella redazione delle carte degli Anelli Medicei e con il comune di Vinci per la realizzazione della cartina turistica della Via del Vincio; ha poi curato la parte grafica e i video dell'intervento che Vinci ha fatto al Bit (Borsa Internazionale del Turismo).
Il 30 novembre 2019 si è inaugurata l'installazione permanente "LEONARDO, DO ME", una bellissima opera che accoglie i turisti che arrivano a Vinci; si trova infatti nella rotonda di accesso al paese e mostra, proprio a partire da un progetto collettivo a cui Desideri ha partecipato, una sorta di cupola, ispirata ai ponti leonardiani. Si può andare su https://www.gonews.it/2019/11/30/leonardo-do-inaugurata-lopera-darte-contemporanea-vinci/ per vedere qualcosa di più.
Di grande interesse è anche l’impegno artistico di Mattia Desideri, noi l’abbiamo visto in occasione di una sua performance realizzata presso il Centro Intifada di Ponte a Elsa. Mattia ha realizzato il suo intervento, insieme ad altri giovani artisti. Si tratta di un grande pannello di legno, sul quale con la tecnica del collage, ha attaccato una serie di ritagli di stoffa, già predisposti in precedenza, tutti giocati su sfumature blu.
Si tratta infatti di un’opera dedicata ai migranti: “Il blu – dice Mattia - è il colore del mare, il blu è un colore diverso da quello che il senso comune vede come quello della loro pelle. Migranti sono infatti anche bianchi o di altre sfumature cromatiche”. Mattia è – lo si capisce subito - un giovane architetto che, d’accordo con la sua fonte ispiratrice - Leonardo da Vinci - non si fa mancare nulla, almeno per quanto riguarda le possibilità di ricerca espressiva. Sono infatti molti altri i campi in cui si è sperimentato.
Proprio davanti all’opera di Mattia all’Intifada di Ponte a Elsa, c’era un giovane immigrato, di nome Siraba, vestito con una splendida giacca, arabescata di fili d’oro. La giacca rimandava alle stoffe scelte da Desideri per il suo collage, invece il suo volto, i suoi antichi tratti somatici dialogavano ancora di più con il collage, dimostrando – se qualcuno ne avesse bisogno – l’efficacia dell’opera. Un lavoro dove poco è lasciato al caso. Desideri ha preparato tutti i materiali e adesso li incolla, stendendo dietro ogni brandello di stoffa ampie pennellate di vinavil.
È interessante (e d’altra parte semplicissimo) l’uso di vari fogli di giornale, sovrapposti l’uno all’altro. Ogni volta un foglio diverso, così da evitare incollaggi non voluti. Le stoffe sono tutte blu, ma ci sono alcuni dati da segnalare, intanto i tagli che compongono il volto, secondo una sorta di apertura verso l’alto, si parte dal collo e poi si procede per linee divergenti verso la fronte, dividendo il volto secondo uno schema geometrico abbastanza preciso. Saranno poi le sfumature di colore e la loro matericità o anche la trama del disegno, a dare una complessità all’insieme. Il risultato, l’abbiamo già detto, è notevole, la figura ha un suo spessore cromatico, oltre che grafico pittorico.
È il grande volto di un Cristo dei nostri tempi; somiglia alle icone di un pittore russo, la violenza che è costretto a subire, viene sublimata dall’artista, nascosta nella meraviglia del colore e del segno.
Sta dietro a tutto, con la grande dignità che solo gli ultimi – quelli che ci piace celebrare e comunque ricordare - riescono a mantenere.
“Ogni opera ha una storia - scrive Mattia Desideri per presentare una sua opera intitolata, e non ci sembra un caso, “Artista cercasi” -, questa ne ha una che nessuno conosce se non lei. Trovata abbandonata in un crocevia, tra una delle vie principali del "giro di Empoli" e una sua secondaria, in terra dietro a due pancali, battuta dal sole con linee di smeraldo in cerca di attenzione. Senza autore. Con un bozzetto alle spalle e qualche ammaccatura sul fronte. Passi oltre. La guardi con la coda dell'occhio. Altri due passi avanti...e poi corri in dietro pensando non si può buttare un'opera d'arte, e l’adotti. Una seconda vita, curi le ferite, cicatrici d'oro ora sfoggia; segni le tracce del suo grido, lacrime di sangue formano la scritta "AAA ARTISTA CERCASI"; un vestito a tener caldo, una cornice nera sospesa a cortornare un quadro”.
Sono riflessioni importanti, dimostrano ancora il ruolo che possono avere l’arte e l’artista oggi, quello di farci riflettere su una civiltà dello spreco, del consumo assoluto, senza alcuna forma di ripensamento, se non appunto quello 2artistico” che può anche farci riflettere sulla nostra vita. Benedetta a quest’arte che è, più di tutto, strumento di lotta.
Le foto riguardano oltre all’intervento di Ponte a Elsa e il “Cristo Blu” (titolo nostro), anche altri interventi di Mattia Desideri, con le quali sarà possibile confrontasi nella mostra dello Spazio dell’Orcio, mentre le ultime tre sono lo studio di Fucecchio, lo studio di Vinci, il suo laboratorio.
Fonte: La conchiglia di Santiago