"Come ci siamo Conciati", presidio 'No Keu' a Santa Croce sull'Arno
Mentre prosegue l'Inchiesta Keu della Dda di Firenze sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Toscana, la vicenda continua a far parlare e a generare presidi dove politica, sindacati e associazionismo rivendicano risposte per l'ambiente e la salute dei cittadini e tutela, nei confronti dei lavoratori e di tutto il distretto conciario di Santa Croce sull'Arno.
Questa mattina, sabato 29 maggio, si è svolta una nuova manifestazione indetta da Libera. Diverse le persone tra slogan e bandiere dei sindacati che si sono riversate nei giardini lungo l'Arno a Santa Croce, in Piazza Martiri della Libertà. Al centro del dibattito di coloro che sono intervenuti l'infiltrazione delle mafie in Toscana, l'occupazione, lo sviluppo sostenibile e la "salute prima del profitto". Hanno preso parte al presidio di Libera della zona del Cuoio e della Calzatura Legambiente, Arci, Cgil Cisl Uil, Wwf, Anpi, Acli, Soldi Mozzi, Assemblea Permanente 'No Keu', Liberi dai fanghi, Orizzonte Comune, Le Fionde Onlus e Non Una Dimeno. Presente anche una sezione di manifestanti contro la riapertura della Discarica della Grillaia di Chianni.
"Impegno e responsabilità", sono queste le parole chiave di Libera, per la voce del referente Comprensorio del Cuoio e della Calzatura Claudio Terreni. "Bisogna smetterla di volgere lo sguardo dall'altra parte, la società civile deve far sentire la propria voce. Con questa mobilitazione - continua Terreni - stiamo cercando di suscitare nelle persone l'impegno. E' un discorso di responsabilità che dobbiamo avere, occuparci di più del nostro territorio, della nostra società e della nostra salute". Le inchieste degli ultimi anni, prosegue il referente Libera, "hanno messo in luce rapporti tra imprenditoria e mafia. A maggior ragione i cittadini devono svegliarsi e capire che non c'è futuro sostenibile se non ci occupiamo del nostro territorio".
Presente anche il nipote di Paolo Borsellino, Claudio Fiore, figlio di Rita Borsellino e presidente onorario del Centro studi Paolo e Rita Borsellino. "Purtroppo la mafia è qualcosa che si muove in silenzio. La Toscana è sicuramente una terra di conquista per la mafia e non da ora, tant'è che risulta essere dopo la Sicilia la seconda Regione per beni confiscati". Un male silenzioso, "che si muove per fare affari e dove un'economia è florida, la mafia è ovviamente interessata". La responsabilità di ognuno torna anche nelle parole di Fiore: "Ricordo che la toscana è la terra di Don Milani che diceva 'I Care' prendiamoci cura del futuro, dei nostri luoghi, del lavoro e della nostra economia perché già questo è un modo per tenere lontano le infiltrazioni. Un'attenzione che non deve necessariamente portare ad atti di eroismo - prosegue Fiore - ma se ognuno di noi fa la sua parte, l'infiltrazione mafiosa è molto più difficile. Muoviamoci ognuno nel proprio piccolo ma facciamo qualcosa, teniamo gli occhi aperti".
Sono passati pochi giorni dall'anniversario della strage di Capaci, l'attentato dove persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti della scorta. Un indissolubile legame quello tra Borsellino e Falcone, che purtroppo portò entrambi allo stesso destino, e alla vita spesa per la lotta alla mafia. Sulle basi della storia, e sull'importanza di tramandare ciò che è stato, Fiore conclude: "Con i giovani si sta facendo un lavoro enorme, sono estremamente ricettivi da questo punto di vista. Tramite scuole, associazioni e incontri pubblici i ragazzi sono estremamente dentro a questa problematica".
Il punto è "rendere questo percorso duraturo perché via via che i ragazzi crescono di quei tanti semi lasciati, come diceva mamma, riesci a crescerne soltanto qualcuno". E' importante infine "che la società sia terreno fertile per far continuare a crescere nei ragazzi questo tipo di impegno, sempre con l'obiettivo di capire che ognuno ha ruolo e responsabilità in ciò che succede. Più siamo presenti meno c'è pericolo che questo tipo di eventi possano verificarsi ancora".
Margherita Cecchin