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Chat fasciste, gli 'animatori' sono toscani: perquisizioni in tutta Italia

L'operazione del 2019

Ultima Legione, Boia chi molla. Queste erano le chat create su Whatsapp e Telegram da parte di alcuni estremisti di destra che sono finiti indagati nell'operazione dell'Antiterrorismo della Polizia e della Digos dell'Aquila. Sono state 25 le perquisizioni in tutta Italia quest'oggi, ma le indagini risalgono al gennaio 2019.

Agli appartenenti all'organizzazione viene contestato il perseguimento di finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, con istigazione all'uso della violenza quale metodo di lotta politica e diffusione online di materiale che incita all'odio ed alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi.

Nelle chat erano presenti foto, video e simboli che inneggiavano al nazismo ed esaltavano le stragi di matrice suprematista. Immagini e video sono stati trovati nella disponibilità di un 51enne di Firenze, un 29enne originario di Bagno a Ripoli (Firenze) e residente a Prato, e un 45enne di Grosseto, considerati tra gli animatori delle chat Boia chi molla e Ultima legione.

Le indagini sono partite da quelle che portarono all'arresto di Andrea e Yuri Chesi, padre e figlio di 61 e 24 anni, ora a processo a Firenze con rito abbreviato.

Tra i propositi espressi attraverso i messaggi inviati nella chat, ricostituire il partito fascista, "giustiziare i politici di destra e di sinistra", cacciare gli stranieri dal paese e eliminare gli avversari politici facendoli "affogare con la macina del mulino in fondo al mare".

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