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Asl Toscana Centro, il PCI: "Si torna allo smantellamento della continuità assistenziale"

Non si placa la voglia di tagliare e si approfitta anche del covid, così quello che non è entrato dalla porta la Regione Toscana lo fa entrare dalla finestra, tornando a colpire il servizio di continuità assistenziale.

In una nota dell’Azienda USL Toscana Centro, indirizzata a tutti i sindaci dell’area, con protocollo 34068 del 7 maggio scorso, il responsabile del Dipartimento Rete Sanitaria Territoriale, dott. Mannelli, fa una proposta che, a giudizio del segretario regionale Marco Barzanti e del responsabile della Sanità del PCI Toscano, Luciano Fedeli, va nuovamente a prevedere il ridimensionamento dei medici della continuità.

I motivi sono sempre gli stessi. Mancano i medici di medicina generale e quelli che ci sono servono per contrastare il covid. Proprio lo scarso numero dei medici non consente più il mantenimento del servizio di continuità assistenziale in termini di ore e sedi per cui viene previsto un accorpamento delle sedi.

Chi dalle 00:00 alle 08:00 avrà necessità di visite mediche dovrà rivolgersi al servizio di emergenza urgenza. In sintesi i pronto soccorso dovranno farsi carico dei cittadini che in queste fasce orarie si sentono male.

Tutto questo significa scaricare, durante la notte, eventuali viaggi verso i pronto soccorso o in alternativa partiranno ambulanze della CRI, Misericordie o altri soggetti che trasporteranno chi ha bisogno presso un pronto soccorso ospedaliero. Questa volta si cerca l’approvazione dei sindaci e dei sindacati per condividere una scelta che certamente farà nuovamente discutere.

Per il PCI dopo 15 mesi dallo scoppio della pandemia, l’unica cosa che il sistema sanitario e la politica regionale riescono a fare sono i tagli e questa volta si vuole mascherare sotto scelte tecniche quello che la politica sanitaria regionale ha fallito.

Si vuole rafforzare il territorio e questa sarebbe la strategia? Si vuole alleggerire ospedali e pronto soccorso e questo è il progetto? Chi ne farà le spese saranno soprattutto le realtà periferiche e quelle non dotate di presidi ospedalieri, ossia la maggior parte delle comunità dei cittadini.

La vicenda covid fa ancora di più arretrare il sistema sanitario a danno del personale dei pronto soccorso che è sempre in prima linea e con il covid è stato stremato. Pagheranno anche le associazioni di volontariato che si occupano di trasporto sanitario già in difficoltà per mancanza di volontari e probabilmente in alcune zone meno fornite di mezzi si potranno verificare anche casi di ritardi per la presa in carico di vere emergenze – urgenze.

C’è necessità di pianificare interventi che portino a rafforzare le dotazioni organiche con assunzioni vere e non con procedure che impegnano medici a lavori a tempo, con contratti precari e addirittura partite IVA o con appalti, subappalti che sfruttano le professionalità e provocano demotivazione e fughe dal settore dei pochi professionisti disponibili.

Complimenti a Giani e Bezzini e alla politica del PD che sta portando ospedali e territori verso il fallimento o meglio sta consegnando il sistema pubblico e universale ai privati perché incapace di dare risposte e forse perché tutto sommato gli torna comodo farlo.

Fonte: PARTITO COMUNISTA ITALIANO - TOSCANA

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