Strutture assistenziali, il percorso contro il Covid nelle 136 Residenze dell'Asl Toscana sud est
Rappresentano una delle frontiere della lotta al Covid, le strutture assistenziali presenti nel territorio dell’Asl Toscana sud est. Residenze sanitarie assistite, Residenze assistite, Residenze sanitarie per disabili, Comunità alloggio protette: sono 136 in totale, 60 delle quali in provincia di Arezzo, 49 a Siena, 27 a Grosseto. Con i circa 3.800 operatori che lavorano in queste realtà, l’Asl ha intrapreso dallo scoppio della pandemia un percorso articolato per affrontare i problemi e le nuove sfide nel campo della sicurezza. Un affiancamento quotidiano che ha trovato anche momenti di approfondimento e studio delle situazioni più complesse. Ora si è concluso il terzo ciclo di incontri promosso dalla direzione dei servizi sociali e organizzato dai direttori di zona, che ha previsto il coinvolgimento di operatori ed esperti dell’Asl Toscana sud est in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, malattie infettive, igiene e prevenzione.
“Una serie di incontri – spiega Lia Simonetti, direttore dei Servizi sociali dell’Asl Toscana sud est – per continuare a supportare le strutture e mantenere sempre alti i livelli di sicurezza. Una scelta incentivata tra l’altro dall’emergere delle varianti e a seguito di alcuni casi di positivizzazione registrati all’interno delle realtà assistenziali, anche dopo le vaccinazioni che hanno riguardato in pratica la totalità degli ospiti delle realtà del nostro territorio”. L’Asl Toscana sud est ha infatti raggiunto il cento per cento sostanziale delle vaccinazioni all’interno delle strutture assistenziali, ad eccezione di chi non ha potuto effettuarla per controindicazioni sanitarie e dei pochi casi di rifiuto.
Nell’ultimo ciclo di incontri si è tornati ad approfondire, con i referenti delle strutture, alcune tematiche che si riflettono sul loro lavoro di ogni giorno. Come, per esempio, la separazione dei percorsi, l’organizzazione dei check point, l’utilizzo corretto dei dispositivi di protezione individuale, la gestione delle infezioni. Perché anche dopo la vaccinazione a tappeto di ospiti e operatori sanitari, i controlli devono sempre restare al massimo livello.
“L’Asl Toscana sud est – spiega Silvana Pilia, direttore facente funzione Uoc Igiene delle strutture sanitarie e controllo infezioni correlate all’assistenza dell’Asl Toscana sud est – ha portato avanti un modello di comunicazione costante tra pubblico e privato, per garantire un confronto continuativo sulla gestione dei fattori di rischio generati dalla pandemia sulle strutture assistenziali. Gli operatori stessi hanno compilato delle schede di autovalutazione e su quelle abbiamo impostato la discussione sulle linee guida da seguire”.
Dall’analisi di casi concreti sono nati spunti di condivisione, in un’ottica di gestione di sistema. “Gli operatori hanno partecipato attivamente – aggiunge il direttore Simonetti – e questo ci ha fornito lo spunto per rinforzare le indicazioni già fornite e mettere a punto strumenti operativi per affrontare il Covid nelle strutture”.
Tra gli operatori che hanno seguito più da vicino i corsi, Simone Gepponi, rappresentante del servizio di Prevenzione e protezione rischi all’interno della task force aziendale, ricorda “l’azione di assistenza continua, fin dall’inizio dell’emergenza, per stare al fianco di queste strutture, cercando sempre di aggiornare i nostri metodi anche in base all’esperienza. Nel ciclo di incontri appena concluso abbiamo dato voce agli operatori in un’ottica di coinvolgimento e condivisione: tra i temi sui quali abbiamo più battuto, la necessità di continuare a usare i dispositivi di protezione individuali anche dopo la vaccinazione, la gestione a tutti i livelli dei nuovi casi positivi”.
L’affiancamento proseguirà, nell’ottica di un percorso aperto che ha come obiettivo la tutela al massimo livello di tutte le strutture assistenziali.
Fonte: Azienda USL Toscana Sud Est - Ufficio stampa