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Sul fronte con le Usca, 13mila visite domiciliari a Firenze nell'anno della pandemia

A un anno dalla costituzione, i numeri altissimi dell’attività sul territorio di Firenze delle Usca, Unità Speciali di Continuità Assistenziale, si intrecciano alle storie di chi, medico o infermiere o Oss, ha fatto parte delle squadre attive 12 ore al giorno, 7 giorni su 7. “Lasciare la squadra? No. Se all’inizio è stato un salto nel vuoto – racconta Stefano, infermiere Usca che ne fa parte oramai da un anno - oggi i valori costruiti, l’espressione della professionalità, l’integrazione e il sempre presente bisogno di dar risposta al mondo Covid mi fanno restare pienamente convinto e attore di una scelta consapevole”.

Le 40 squadre Usca ogni giorno sul territorio di Firenze, hanno effettuato in un anno di lavoro, oltre 13.000 visite totali fra quelle a domicilio, negli alberghi sanitari e nelle Rsa, a cui si aggiungono più di 23.000 contatti telefonici. Cinquemila i tamponi domiciliari. Con la formazione sanitaria specifica ricevuta, il personale medico e infermieristico, ha potuto attuare a domicilio più di 350 ecografie e più di 1000 emogasanalisi e da qualche mese può utilizzare anche l’elettrocardiografo, servizi che in precedenza erano svolti solo in strutture sanitarie. Ancora ad integrazione del servizio sono state garantite le sostituzioni di PEG e l’effettuazione delle radiografie domiciliari. L’attività di vaccinazione – inizialmente nelle strutture residenziale e di supporto nei presidi ospedalieri e territoriali e ora a domicilio, per i soggetti estremamente vulnerabili e anziani – conta ad oggi un totale di circa 6000 vaccini effettuati.

A un anno dalla prima squadra attiva, il 1° aprile 2020, Usca si è rivelata un elemento di innovazione e di sperimentazione di modelli integrati di cure primarie attraverso pratiche innovative di relazione tra professionisti, discipline e servizi. “Abbiamo costruito un percorso multiprofessionale – sottolinea il direttore della Società della Salute Firenze, Marco Nerattini – per portare a casa del cittadino un servizio integrato. Un obiettivo su cui contiamo e a cui ci affidiamo anche per il futuro”. Aggiungono Gemma e Laura, infermiere e Oss Usca: “Le varie figure professionali si supportano, dandosi forza l'una con l'altra”.

Le Usca, infatti, si interfacciano con tutte le figure sanitarie sul territorio: medici di medicina generale, infermieri di famiglia e di comunità, Servizio di riabilitazione, Servizio sociale e del Comune di Firenze, Servizi specialistici e con il Servizio di continuità ospedale territorio (Acot). Il supporto della Società della Salute di Firenze e del Coordinamento dei servizi sanitari territoriali dell’Ausl Toscana Centro ha permesso inoltre di definire bisogni e priorità all’interno di una rete di servizi.

“Ricordo le ansie e le preoccupazioni – dice dei primi giorni Irene, medico Usca - Qualcosa si stava muovendo, si stava creando, qualcosa di nuovo, sul territorio con una dinamicità a cui non si è abituati. E in parte ero grata di esserne parte”. Oggi, a un anno da quel primo giorno, le richieste sono ancora tantissime, il telefono squilla in continuazione, nessuno dei pazienti viene lasciato solo.
“Qualche tempo fa abbiamo seguito a casa con visite quotidiane una signora anziana con una brutta polmonite - racconta Ruggero, referente medico Usca e iscritto al corso di formazione in medicina generale - In una delle ultime visite mi ha accolto con un ‘dottore mi ha salvato la vita’. Questi momenti ci danno la carica per andare avanti”.

Fonte: Asl Toscana Centro

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