Rifiuti delle concerie smaltiti come concimi, 8 indagati per l'inchiesta 'Blu Mais'
È stata chiusa l'indagine dell'inchiesta 'Blu Mais', ovvero i campi coltivati e inquinati con rifiuti speciali del comparto conciario. Un'inchiesta partita in estate, a pochi mesi da quella che nelle ultime settimane sta facendo tremare l'intero settore e la politica. La notizia è stata resa nota da La Nazione. Anche 'Blu Mais' intende fare chiarezza su rifiuti smaltiti illegalmente, oltre che su 150 ettari di terreno coltivati a grano e mais nelle province di Pisa e Firenze che sarebbero stati inquinati proprio da 24mila tonnellate di rifiuti speciali del comparto conciario. I fatti risalirebbero tra il 2016 e il 2018, mentre i terreni sotto la lente di ingrandimento coprono diverse località delle due Province, come Cerreto Guidi, Castelfiorentino, Fucecchio, Montaione, Castelfranco di Sotto, Montopoli in val d'Arno, Palaia e San Miniato
Per 'Blu Mais' furono inizialmente indagate 6 persone, a cui si sono aggiunti due nomi: tra gli indagati ci sono Leonardo Volpi, 49 anni, allora presidente del consiglio di amministrazione di Sgs e poi liquidatore del Consorzio; Silvia Rigatti, 47 anni, in quanto amministratore unico di Hydro spa, nata appunto dopo la liquidazione di Sgs; Marino Signorini, 74 anni, allora presidente di Sgs; Giancarlo Petrecca, 72 anni, amministratore delegato sempre di Sgs; il 44enne Giancarlo Bernini Carri, responsabile del laboratorio di analisi; gli agricoltori di Montopoli Rossano Rosini e Beniamino Rosini, rispettivamente di 58 anni e 25 anni; l'agronomo Andrea Biasci, 52 anni. L'avviso di conclusione indagini è stato notificato a tutti i coinvolti.