Vandali dediti all'odio razziale e con contenuti pedopornografici nelle chat, 8 minorenni indagati
Indagati 8 minorenni per crimini odiosi come diffusione di materiale pedopornografico, istigazione all'odio razziale per propaganda antisemita e detenzione illegale di strumenti atti a offendere.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze, ha preso le mosse dalla costola di un altro procedimento penale, risalente alla fine del 2019, per una presunta violenza sessuale, concluso con archiviazione.
Gli uomini della Squadra Mobile di Pisa, diretti dal vice questore aggiunto Fabrizio Valerio Nocita, avevano posto sotto la lente di ingrandimento il cellulare del presunto autore, un sedicenne pisano, che frequenta un istituto superiore del capoluogo.
All’interno del cellulare del minore sono state riscontrate dagli investigatori delle immagini, a dir poco macabre, rappresentanti altri minori, in tenera età, costretti a subire atti sessuali.
Attraverso gli ulteriori approfondimenti informatici compiuti sul telefono, è stato possibile risalire all’autore dell’invio dei file criminali, individuando in un altro giovane della stessa età. Da altri messaggi condivisi con il coetaneo, quest’ultimo adolescente dimostrava di essere in possesso, presso la propria abitazione, di svariati strumenti atti all’offesa: mazze, bastoni ed anche petardi di categoria f4, la cui detenzione è proibita se non si è in possesso di una regolare licenza.
La perquisizione domiciliare disposta nei confronti del minore, nell’abitazione dove il ragazzo vive assieme ai suoi genitori, ha portato a scoprire una vera e propria “santa barbara”.
Oltre a numerose spranghe, bastoni, pugnali e la targa di un motorino rubato, i poliziotti hanno trovato numerosi petardi illegali. Tutto questo materiale è stato sottoposto a sequestro, oltre al computer ed i cellulari dell’adolescente, che sono stati sottoposti ad analisi forense.
Sono stati scoperti video nei quali il giovane amava farsi riprendere durante il compimento di alcuni atti vandalici commessi in città, a volte perpetrati insieme ad altri coetanei.
Nel pc del ragazzo, inoltre, erano presenti alcuni video tutorial estratti dalla rete, vertenti su come realizzare ordigni rudimentali utilizzando prodotti pirotecnici comunemente in commercio.
Tra le chat dei gruppi WhatsApp del giovane, in particolare in quella che ricomprende tutti i compagni di classe dell’istituto superiore frequentato dal ragazzo a Pisa, sono state trovate immagini condivise solo da alcuni dei membri della classe con esplicito contenuto pedopornografico: foto raffiguranti neonati abusati, elaborazioni grafiche di deep-nude e foto di pre-adolescenti in pose erotiche. Alcuni di questi file apparivano appositamente artefatti e modificati in forma di stickers, in modo da renderne difficoltosa l’individuazione da parte di programmi di controllo della rete web e di esame informatico.
Ma non solo: all’interno delle due chat inquisite, gli investigatori hanno trovato anche frasi inneggianti l’olocausto e “meme” raffiguranti Adolf Hitler, esaltato con frasi ironiche quali “PREMIO NOBEL PER LA BRACE”, oppure foto storiche, testimonianza della Shoà ritraenti persone contenute in un campo di concentramento, rese artatamente sfocate e accompagnate da frasi del tipo: “foto da ripetere, non erano stati messi a fuoco”, nonché immagini in cui viene vilipesa anche la figura di Papa Francesco.
Sulla base della ricostruzione fatta dagli investigatori, sposata dalla Procura, sono otto i minori accusati di essersi resi attivamente partecipi della condivisione del materiale illegale.
Per tutti e otto, minori radicati nella provincia di Pisa, da qualche giorno, si sono concluse le indagini.
Nei giorni scorsi, infatti, è stata notificato, alla presenza dei rispettivi genitori, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. In caso di rinvio a giudizio dovranno rispondere davanti all’autorità giudiziaria di reati particolarmente gravi quali la produzione, divulgazione e detenzione di materiale pedopornografico, che prevede una pena che varia dai 6 ai 12 anni di reclusione, l’istigazione all’odio razziale, le cui pene possono arrivare sino ai 6 anni di reclusione e, solo per uno di loro, dei reati di detenzione abusiva di armi, esplosivi e ricettazione.