Confessa di essere omosessuale, madre e zio lo aggrediscono
Ha confessato di essere omosessuale alla mamma e allo zio, ed è stato aggredito. È la vicenda che riguarda un ragazzo residente nel Valdarno aretino, che arriva poco dopo quella di Castelfiorentino dove la giovane Malika è stata cacciata di casa, dopo aver dichiarato di essere omosessuale.
Il giovane, 28 anni, quando ha parlato della sua omosessualità ai familiari sarebbe stato offeso, preso a calci e pugni e aggredito con una bombola del gas. La madre gli avrebbe tolto le chiavi di casa, lo zio avrebbe distrutto il computer dove il ragazzo teneva tutti gli appunti dell'università. Andato via con l'auto del padre, oggi il 28enne si ritrova con "una denuncia per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali sporta da mia madre".
Gli eventi si sono verificati negli ultimi anni di vita del giovane, laureato, in cerca di lavoro. La mamma lo avrebbe, come racconta il 28enne, escluso completamente dalla sua vita decidendo addirittura di denunciarlo. "Non mi riconosce più come figlio, ha chiuso tutti i contatti e non mi aiuta economicamente. Addirittura io, dopo aver subito vessazioni di ogni genere, sono stato raggiunto da una denuncia per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali che è proprio quello che pensavo di aver subito io. Non capisco come una madre possa fare una cosa del genere ad un figlio".
L'avvocato del 28enne conferma la vicenda dal punto di vista legale precisando che il giovane dovrà difendersi dalle accuse e che ha reso nota la sua storia per aiutare chi si trova nelle sue stesse condizioni, "purtroppo non poche persone".
"Senza di lui non ce l'avrei mai fatta". Queste parole infine sono del ragazzo riferite a suo padre: "I miei genitori sono divorziati ma mio padre non mi ha mai fatto mancare il suo sostegno".