Era ai domiciliari, ma gestiva da casa una rete di spaccio di cocaina
Era ai domiciliari in un appartamento di Firenze, ma nonostante questo gestiva una rete di spaccio di cocaina. L'uomo, un 45enne di origine campana, è stato quindi arrestato dalla squadra mobile, in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere disposta dal gip di Firenze. La ricostruzione della rete è iniziata lo scorso ottobre con l'arresto di un 28enne che era stato fermato con un chilo di cocaina, parte della quale nascosta nel parcheggio del cimitero di San Mauro a Signa. Da quanto ricostruito il 28enne vendeva la cocaina per conto del 45enne. Il sistema sarebbe andato avanti persino nel periodo durante il quale il destinatario della misura cautelare era già agli arresti domiciliari nella sua abitazione fiorentina. Da ieri il 45enne si trova al carcere di Sollicciano.
Il dettaglio
Le indagini sono partite lo scorso ottobre 2020 dopo l’anomalo ritrovamento di oltre 4 etti di cocaina sotterrati nel parcheggio del cimitero di San Mauro a Signa (FI). A guidare gli agenti all’insolito nascondiglio era stato un 28enne fiorentino fermato durante un controllo di notte nei pressi di via della Saggina. Nel corso della perquisizione di un immobile nelle sue disponibilità, la Polizia sequestrò mezzo chilo di cocaina e circa 300 grammi di altre sostanze stupefacenti tra hashish e marijuana e, nel prosieguo dell’attività, gli agenti scoprirono al cimitero oltre quattro etti e mezzo di cocaina.
Dopo l’arresto del 28enne gli inquirenti sono andati a fondo nella vicenda allo scopo di ricostruire la provenienza e la destinazione della droga sequestrata. Per gli investigatori, dell’approvvigionamento della cocaina, se ne sarebbe curato proprio il 45enne oggi finito in carcere. La droga sarebbe stata poi affidata al 28enne che avrebbe partecipato all’attività di spaccio come “galoppino”, vendendo bustine di cocaina per conto del primo. A prendere gli appuntamenti con i clienti per la consegna della “merce” ci avrebbe infatti pensato sempre il campano di 45 anni attraverso un’utenza telefonica dedicata solo ed esclusivamente a questo “servizio”. Ai vari acquirenti veniva poi comunicata la data, l’ora e il luogo per la vendita della coca, alla quale avrebbe appunto provveduto il ragazzo a suo tempo finito in manette.