Corner emotivo dell'Us Limite e Capraia, allenatori amareggiati e ragazzi dall'umore altalenante causa covid
Us Limite e Capraia, nuova indagine interna per valutare le emozioni dei ragazzi attraverso il coinvolgimento di istruttori e tecnici. I risultati di "Corner emotivo" durante la sospensione delle attività
Alla fine del 2020, l’Us Limite e Capraia, dovendo sospendere le attività a causa dell’ emergenza Covid-19, ha deciso di attivare un’ indagine interna sulle emozioni dei ragazzi proponendo un questionario online anonimo - denominato Corner emotivo - rivolto a tutti coloro che abitualmente frequentano il campo sportivo “M. Cecchi” e giocano con i colori giallorossi. Lo psicologo dello sport Fabio Ciuffini è stato l’ideatore, ha preparato alcune domande leggermente differenziate in base all’età evolutiva di bambini e ragazzi ed è stato chiesto di scegliere, tra alcune emozioni, quelle che maggiormente rispecchiassero il proprio stato d’animo a fronte dell’interruzione e nuova sospensione della pratica sportiva.
Dopo la prima fase a fine 2020, l’Area Psicologica dell’U.S. Limite e Capraia ha recentemente coinvolto la squadra degli istruttori in una seconda fase integrativa.
Mediante interviste individuali e di gruppo a distanza, lo psicologo dello sport Fabio Ciuffini ha infatti effettuato una valutazione della condizione emotiva generale ( considerando anche il vissuto personale) dei giovani e giovanissimi atleti giallorossi che tenesse in considerazione, stavolta, le percezioni ed osservazioni dei “Mister” raccolte durante gli allenamenti settimanali effettuati in questi mesi.
Complessivamente, gli istruttori hanno descritto una differenziazione tra le evidenze riscontrabili nelle categorie più piccole (Scuola calcio) e quelle emerse nei ragazzi più grandi (Settore giovanile), rilevando aspetti molto importanti ed utili alla progettazione delle attività future.
Se da un lato i bambini manifestano – pur al netto di disagi legati in prevalenza alla mancanza del contatto fisico e dello “sfogo” tipico della partitella e della partita – una certa spensieratezza in campo (anche grazie a giochi ed attività ludiche individuali ma gratificanti) diverse sembrano le sorti dei ragazzi delle squadre del settore giovanile.
I più grandi, infatti, risultano ai loro occhi maggiormente tendenti ad un’altalenanza palpabile di emozioni, caratterizzate da umore variabile, intensità mutevole negli allenamenti, stati di crescente insofferenza per la mancanza di agonismo, disorientamento per il futuro dovuto a una percezione di impotenza sull’esito degli eventi, disillusione per i rinvii ripetuti della ripartenza dei campionati causa Covid-19 con, secondo gli istruttori, un calo di attenzione e attivazione mentale legato alla mancanza di obiettivi sia di prestazione che di risultato.
A tal proposito, pur avendo mantenuto nel tempo un buon livello di partecipazione complessiva agli allenamenti, i ragazzi sembrano aver maturato una crescente apatia che, in generale, potrebbe aumentare, in assenza di attività capaci di infondere nuovi stimoli, il rischio di abbandono sportivo.
Quanto agli istruttori, sono emerse queste sensazioni:
1. Stati di disagio per aver dovuto affrontare ed organizzare allenamenti non congeniali, pur avendo tentato di valorizzare al meglio il lavoro sulla tecnica individuale in assenza della tipica “situazione” di gioco prodotta dalla partitella e dalla gara stessa.
2. Amarezza per aver visto generazioni intere di ragazzi costrette a vivere il calcio in modo del tutto inusuale e ben lontano dalla tipica realtà “di campo”.
3. Rabbia e frustrazione per non aver potuto contribuire attivamente all’individuazione di soluzioni che potessero garantire migliore continuità di lavoro, pur facendosi carico in prima persona dell’onere del mantenimento delle regole preventive correlate alla diffusione del Covid-19.
4. Senso diffuso di nervosismo, deprivazione ed impotenza, conseguenti all’impossibilità di realizzare con i ragazzi un lavoro costante sulla loro crescita tecnica e personale attraverso le dinamiche dello sport di squadra.
5. Preoccupazione per possibili casi di abbandono sportivo e di ripercussioni negative dovuta alla riduzione dell’attività motoria sul benessere psicofisico dei ragazzi
6. Forte desiderio di ripartenza e di ripristino di ritmi di vita e di lavoro più affini alle proprie prerogative
7. Orgoglio per aver potuto condividere con la società un programma di lavoro capace di sfruttare il 100% delle giornate di allenamento individuale in tutte le occasioni e giornate in cui ciò sia stato reso possibile dalle contingenze sanitarie.
Quale futuro immaginare?
I nostri mister hanno manifestato, in conclusione, la necessità di lavorare in primis sulla ripresa dell’agonismo, convinti e fiduciosi del fatto che si tratti della strada maestra per risvegliare dinamiche motivazionali positive, convergendo sull’opportunità di agire, nei bambini più piccoli, nella direzione di una rieducazione dal punto di vista dell’abitudine al contatto fisico, divenuto “pericoloso” rispetto al contenimento della diffusione del contagio, e sulla necessità di stimolare una sana attivazione e riattivazione psicofisica (non solo atletica ma anche mentale, quindi) nei ragazzi più grandi.
Il “gioco di squadra” tra area tecnica ed area psicologica sarà pertanto la strada maestra per affrontare la “ripartenza” futura con la massima attenzione alle necessità dei nostri ragazzi.
L’Us Limite e Capraia, che ha creduto fin da principio nel progetto dell’area psicologica del club, sosterrà la linea emersa dalle indagini e si impegnerà ad attuarla.
Fonte: Us Limite e Capraia Asd