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Bullismo, coinvolti 3mila studenti di 36 classi della Valdelsa nel progetto Rotary

La conoscenza è, come sempre, il primo passo verso la prevenzione. “La mia scuola è debullizzata” è un service di forte rilevanza sociale, ideato e fortemente voluto dai Rotary Club Valdelsa e Alta Valdelsa. Il progetto mira ad aumentare la consapevolezza generale nei bambini e ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado, con l’ambizioso obiettivo finale di prevenire atti di bullismo e cyberbullismo e ridurre quella maggioranza silenziosa che tende a tollerare.

Il service, co-finanziato dal Distretto Rotary della Toscana (2071), è stato realizzato soprattutto per merito dell'impegno e della passione della dottoressa Sara Ginanneschi, psicologa del Centro Pediatrico Multi Specialistico “L’Isola di Bau” di Certaldo e che da tempo si occupa di queste problematiche e di adolescenza. Dal 30 novembre al 21 dicembre 2020, oltre trenta ore di lezione online sono state condivise con circa 3000 allievi in oltre 36 classi provenienti da 8 plessi scolastici distribuiti su un territorio esteso dalle porte di Empoli a quelle di Siena, corrispondente alle comunità affidate dal Rotary International ai due Rotary Club limitrofi.

Il service sul bullismo è stato accolto con entusiasmo da allievi e insegnanti. La chiusura del progetto è stata presentata lo scorso primo aprile dai presidenti Niccolò Mucerino Bucalossi del Rotary Valdelsa e dal dottor Giovanni Di Maggio del Rotary Alta Valdelsa, davanti a una costellazione di amministratori e docenti connessi online, fra i quali quattro sindaci (Alessio Falorni, Castelfiorentino; Giacomo Cucini, Certaldo; Paolo Campinoti, Gambassi Terme; Alessandro Donati, Colle di Val d’Elsa), quattro assessori (Cristina Martini alla Scuola, Montaione; Serena Cortecci, all’Istruzione, Colle di Val d’Elsa; Stefania Dei, all'Istruzione, Radicondoli; Saverio Pacchierotti, all’Istruzione, Casole D’Elsa) e ben nove fra dirigenti scolastici e insegnanti.

Per ovvi motivi non potevano, invece, essere connessi i veri protagonisti del service, i ragazzi e le ragazze dei plessi interessati dal progetto. Certo, grazie alla testimonianza della psicologa e dei docenti, non è mancata la loro voce.

Le statistiche del bullismo e cyberbullismo sono impressionanti. Circa 13% (260 milioni) di ragazzi e adolescenti nel mondo sono vittime di qualche forma di bullismo, 20% in Italia nella fascia di età 11-17 anni e 1 volta e mezzo più ragazze vittime di cyberbullismo rispetto ai coetanei maschi (7,1% contro 4,6%). Il cyberbullismo colpisce il 12% dei ragazzi e l’11% delle vittime ha pensato addirittura al suicidio, secondo i dati di un'indagine condotta su diecimila ragazzi e ragazze fra 12 e 18 anni (Skuola.net, Università di Firenze e Università La Sapienza di Roma).

Circa 40% dei ragazzi e ragazze vittime di bullismo si confida nell’ambito scolastico piuttosto che in famiglia (indagine conoscitiva ISTAT). La scuola, da sede di apprendimento diventa anche luogo di relazioni sociali cruciali in un periodo che coincide con le trasformazioni fisiche ed emotive caratteristiche della pubertà e dell'adolescenza. Inoltre, l’età sia dei bulli che delle vittime di bullismo e cyberbullismo si sta progressivamente abbassando. Il compito della dottoressa Ginanneschi è stato ostacolato pesantemente dalla pandemia Covid, evento ovviamente non previsto al momento in cui il service era stato ideato, ma non si è mai fermato, raccogliendo l'apprezzamento di allievi e docenti oltre che degli assessori all’istruzione.

Ciò ha permesso di sapere che - in caso di bullismo - la maggioranza dei ragazzi della secondaria di primo grado non si rivolgerebbe come primi referenti a genitori e famiglia; di comprendere che per i ragazzi il mondo virtuale non sembra avere né regole né conseguenze sul mondo reale; di apprendere che, nei ragazzi e anche nei più piccoli, l’associazione bullismo-rischio di suicidio è ben chiara. Tutti questi elementi, appresi nel corso delle lezioni online interattive, sono stati elementi fortemente illuminanti per la psicologa certaldese. Ne sono usciti elaborati, prodotti dai bimbi e ragazzi, con motivi estremamente interessanti su bullismo e cyberbullismo e che speriamo che un giorno possano essere condivisi pubblicamente anche se in forma rigorosamente anonima per garantirne la privacy.

“Bisogna insegnare nelle scuole, così come nella comunità - commenta la psicologa - non tanto a non odiare quanto a costruire empatia e rendere i bambini e gli adolescenti consapevoli delle emozioni, sia le proprie che quelle altrui”.

La scuola, da potenziale teatro di bullismo, deve infatti trasformarsi nel primo centro di prevenzione, consapevolezza e educazione sociale. La dottoressa Ginanneschi si dice fortemente convinta che, in caso di ogni eventuale anomalia osservata nel comportamento, sia necessario incoraggiare i genitori - così come gli insegnanti - a instaurare un colloquio diretto, onesto e aperto con i bimbi e ragazzi piuttosto che provare ad interpretare comportamenti e stati d'animo. Molti atti di bullismo potrebbero essere prevenuti o stroncati sul nascere. È chiaro che è indispensabile una sorta di "santa" alleanza tra scuola, famiglia e società al fine di educare bimbi e ragazzi ai valori sociali fondamentali di rispetto e responsabilità.

"Il bullismo è presente a tutti i livelli nella nostra società, non solo nella scuola. Il bullismo è una facile scorciatoia per non sottomettersi alle forche caudine del dialogo" ha, infatti, osservato Paolo Campinoti, sindaco di Gambassi Terme. "Anche le stesse istituzioni vengono talvolta lasciate sole, come è accaduto durante la pandemia; sapere che associazioni attente e sensibili come il Rotary ci sono vicine è una sicurezza per tutta la comunità” ha aggiunto Giacomo Cucini, sindaco di Certaldo.

Il sindaco ha inoltre ringraziato il Rotary per l'aiuto offerto durante lo screening delle positività Covid asintomatiche nel recente progetto “Territori Sicuri” a Certaldo e per i numerosi altri service effettuati spontaneamente dal Rotary Valdelsa a favore di scuola, Misericordia, disabilità, Rsa sia a Certaldo che negli altri Comuni limitrofi. "Sensibilità e attenzione da parte del Rotary nei confronti delle fasce più fragili della società - giovani e anziani- dimostra una grande capacità di agire efficacemente come interfaccia fra Istituzioni e Comunità" è infine il concetto espresso da Cristina Martini del Comune di Montaione.

Di fronte ad una problematica così grande e dagli effetti potenzialmente devastanti e permanenti quanto quella del bullismo in ogni sua forma, un progetto come “La mia scuola è debullizzata” potrà probabilmente avere l'effetto di una goccia nel mare. Ma il percorso è tracciato. E, in fondo, ogni mare è fatto di gocce.

Fonte: Rotary Club Valdelsa e Alta Valdelsa

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