Crac CCF, Cassazione: "Gestione spregiudicata di Verdini"
Ci sono novità sul crac del Credito Cooperativo Fiorentino. Secondo la Cassazione, quella di Denis Verdini è stata una gestione "spregiudicata, volta a consolidare le relazioni di affari tra la banca e un importante, ma decadente, gruppo industriale".
Lo si legge nelle motivazioni della sentenza di condanna a Verdini. L'ex senatore, presidente del CCF fino a luglio 2010, è stato condannato nel novembre 2020 a 6 anni e 6 mesi.
Le anomalie riscontrate dai giudici di merito sono "tanto più significative se rapportate alla natura cooperativa dell'istituto di credito".
Dai processi si evince come le erogazioni contestate abbiano avuto come destinatarie per la maggior parte società riconducibili al gruppo Fusi-Bartolomei. Secondo la sentenza, nei vertici della banca c'era comunque "consapevolezza dell'inesorabile declino del gruppo".
"L'attività ispettiva della Banca d'Italia - si legge nella sentenza - evidenziava fin dal 2006 le gravi anomalie della governace aziendale, accentrata nella persona di Verdini, incontrastato dominus di un istituto strumentalizzato ai fini personali, in assenza di un organo di controllo sindacale realmente autonomo e critico rispetto alle scelte gestorie".