Nuove tane pericolose sugli argini del Vingone
Dopo i recenti consolidamenti, il problema “tane” si è riproposto in tutta la sua gravità. Gli animali selvatici, che amano dimorare lungo i corsi d’acqua, sono tornati a scavare gli argini del Vingone.
Siamo a Castiglion Fiorentino, uno dei territori più gettonati dalla fauna che popola le sponde.
La presenza di colonie massicce e consolidate in questa zona è confermato dalla periodica scoperta di lunghe gallerie e profondi cunicoli, che minano la stabilità degli argini e si manifestano in superficie con ampie aperture: fori spesso nascosti dalla vegetazione che emergono con evidenza solo dopo le operazioni di sfalcio dell’erba.
Prima dello stop ai tagli scattato a inizio marzo, i tecnici e gli operai del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, portando a termine un intervento di manutenzione ordinaria lungo il corso d’acqua, hanno notato la presenza di nuove e importanti cavità, di dimensioni tali da rendere il terreno estremamente fragile.
Di qui la decisione di investire le economie dell’intervento per mettere gli argini del torrente al riparo da eventuali pericoli di franamento, pericoli che – soprattutto in questo periodo dell’anno - le piogge potrebbero contribuire ad accentuare e ad aggravare.
I lavori sono stati eseguiti in amministrazione diretta dagli operai del Consorzio che hanno ancora tamponato l’emergenza chiudendo le tane.
“E’ chiaro che si tratta di soluzioni costose e poco efficaci nel medio-lungo periodo – spiega la Presidente del Consorzio Serena Stefani -. Infatti chiudere le tane porta solo a un allontanamento temporaneo degli animali che, con il tempo, tendono a tornare nelle zone colonizzate, dove possono reperire facilmente il cibo e dove hanno trovato condizioni di vita più favorevoli. L’assenza di predatori e soprattutto gli inverni più miti rispetto al passato hanno favorito la proliferazione di molte specie, in particolare delle nutrie, che, negli ultimi anni, si sono moltiplicate in modo esponenziale. L’impegno del Consorzio, oltre ad agire per eliminare eventuali criticità idrauliche, è di promuovere, di concerto con gli altri Consorzi di Bonifica della regione e ad ANBI Toscana, l’associazione in cui sono riuniti, lo studio e lo sviluppo di tecnologie che possano permettere di rilevare tempestivamente la formazione di tane, in modo da agevolare la prevenzione di rotture arginali che, in caso di piene, potrebbero causare in tempi brevissimi ed improvvisamente inondazioni e danni ingenti a persone e cose con effetti spesso devastanti”.
Fonte: Consorzio di Bonifica - Ufficio stampa