Ristori e lavoro, il sindaco Tomasi scrive al ministro Giorgetti
Si appella al Ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi con una lettera inviata negli scorsi giorni a Roma sulla situazione pistoiese.
Il riferimento è, in particolare, alle settimane di zona rossa istituite con ordinanza regionale dal Presidente Eugenio Giani, a cui, fin dal primo provvedimento adottato, ovvero dal 27 febbraio scorso, era stata chiesta da tutti i sindaci della Provincia garanzia sui maggiori ristori e sostegni per quei territori, come Pistoia appunto, sottoposti a misure maggiormente restrittive rispetto al resto della Regione (passata in zona rossa il 29 marzo con atto ministeriale).
«Non è possibile comprendere e spiegare il meccanismo secondo cui a ristoratori, parrucchieri, estetisti, commercianti e a tutte le altre categorie di lavoratori che hanno sospeso la propria attività – spiega il sindaco Tomasi - viene chiesto dalle Istituzioni, in modo doveroso, per perseguire un bene superiore e in base all’andamento dei contagi, di tirare giù le saracinesche per oltre un mese senza sostegni adeguati.
A chiusure straordinarie, devono corrispondere misure altrettanto straordinarie. Invece il nostro territorio è equiparato alle città dove le attività non si sono fermate per così tanto tempo. Questo appare ancora più chiaro nel bando da 25milioni sui ristori appena annunciato dalla Regione Toscana per alcune categorie. Nulla di maggiormente incisivo si prevede per quei territori che per ordinanza regionale hanno rispettato le misure previste per la zona rossa. Rinnovo la richiesta di misure adeguate anche ai nostri rappresentanti in Regione e credo che potrà essere condivisa da altri territori nella stessa nostra situazione, penso ad esempio a Siena».
La richiesta del sindaco Tomasi al Ministro Giorgetti è quella di prevedere, dunque, ristori adeguati per le chiusure avvenute con ordinanza del Presidente della Regione.
«Pistoia rischia di essere colpita da una crisi irrimediabile, anche perché i dati a livello regionale non sembrano migliorare, inoltre continua ad andare a rilento l’attuazione della campagna vaccinale, con particolare riferimento alle persone anziani e fragili. Per questo –sottolinea in conclusione Tomasi – nemmeno parlare di ristori è sufficiente. Ci vogliono sostegni adeguati ma, soprattutto, occorre ritornare a poter lavorare, chiaramente con le dovute e rigorose misure di sicurezza, a cui, tra l’altro, le attività si erano già adeguate per le riaperture del 2020».