Confartigianato sulla zona rossa: l'appello per imprese, parrucchieri ed estetisti
“Servono sostegni veri, non poche migliaia di euro. Le attività lavorano in sicurezza e devono riaprire prima possibile”. Lo dicono il presidente degli acconciatori Barbara Catani e delle attività dell’estetica Pierluigi Marzocchi di Confartigianato Imprese Toscana.
Nella regione le attività di acconciatore, estetica e operatori del benessere complessivamente sono circa 9 mila con 20 mila addetti dei quali quasi il 90% sono donne. Le zone rosse e le frequenti chiusure delle attività legate al benessere della persona, hanno messo in ginocchio un comparto importante dell’economia toscana e rischiano di far chiudere molte attività già provate dalla crisi e dai costi per adeguare i locali e i servizi ai protocolli anti Covid.
“E’ una situazione drammatica - denunciano Barbara Catani e Pierluigi Marzocchi - , e ci appelliamo ai parlamentari toscani, alla Regione, al Governo affinché le attività possano riaprire prima possibile e siano dati adeguati sostegni. Per tante attività la perdita media di fatturato, che consente di accedere al contributo, è circa del 25%, non del 30%. Quindi molti non avranno alcun ristoro o lo avranno in misura assai ridotta. Le chiusure – continuano - purtroppo favoriscono gli abusivi, che si recano presso le abitazioni e il rischio di contagio aumenta. Nelle attività regolari invece si seguono i protocolli, si lavora su appuntamento e si tracciano i clienti. Mentre molte attività commerciali restano aperte con rischio di assembramenti, non si comprende perché quelle del benessere, che osservano rigidi protocolli sanitari, debbano invece rimanere chiuse. Le chiusure - sottolineano Catani e Marzocchi - penalizzano soprattutto molte donne, sulle quali già gravano molte conseguenze della pandemia come la cura dei familiari anziani o malati e dei figli. Molte attività potrebbero non riaprire. Altra situazione allarmante riguarda il personale che riceve l’indennità integrativa con un ritardo di in media di 5 o 6 mesi. E’ un settore che vive una situazione gravissima, le istituzioni si attivino immediatamente”, concludono con questo appello i due rappresentanti di Confartigianato.
Confartigianato Firenze: "Da oggi servono interventi più decisi"
“Siamo rimasti amareggiati e anche sorpresi che la Toscana sia finita in zona rossa considerando che fino a 24 ore prima tutti ci avevano assicurato che con ogni probabilità saremmo rimasti in zona arancione. Di fronte ad un aumento dei contagi il primo obiettivo che dobbiamo coltivare è sicuramente quello della sicurezza e della salute dei cittadini e quindi del pieno rispetto delle regole che impediscono alla pandemia di diffondersi ulteriormente. Tuttavia non possiamo non rilevare quanto questa misura improvvisa e inattesa colpisca in maniera ancora più forte decine di imprese artigiane e commerciali che speravano in questa settimana, precedente alla Pasqua, di poter fatturare qualche euro in questa drammatica situazione.” E' quanto dichiarato da Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Firenze.
“Molte aziende rischiano di chiudere e di non riaprire più. E' evidente che da questo momento in poi occorreranno misure in grado di mettere in sicurezza le imprese. Chiediamo quindi a chi ci governa sia livello regionale sia a livello nazionale una sola cosa: la chiarezza dei comportamenti e la certezza delle azioni perché abbiamo bisogno, nel momento in cui ci viene chiesto di chiudere le nostre attività e di non incassare un euro per altre settimane, di costruire un sistema di protezione reale per il nostro tessuto economico.”
“Il nostro territorio si caratterizza per una diffusione di piccole imprese, spesso a conduzione familiare, e quindi ogni volta che una serranda viene abbassata e una bottega di un artigiano viene chiusa, questo significa che quella famiglia che vive su quel reddito, entra nella fascia di povertà. E come sappiamo anche in Toscana questa fascia si sta allargando in maniera preoccupante. Chiediamo quindi al presidente Giani di farsi interprete verso il Governo affinché i cosiddetti ristori siano veramente in grado di salvare le imprese nuovamente costrette a chiudere per rispettare le regole della zona rossa. I sacrifici a senso unico non servono e non bastano più.” Conclude Sorani.
Fonte: Ufficio stampa