Toscana zona rossa: "Arancioni al mattino, rossi nel pomeriggio"
Dopo 14 mesi di pandemia è chiarissimo che non vi è alcuna relazione tra le chiusure delle attività commerciali, artigianali, di ristorazione, e l'andamento dei contagi, legato esclusivamente alle nuove varianti e alla totale inefficienza della campagna vaccinale, in Toscana più che altrove. Consideriamo inammissibile che un presidente di regione, con il ruolo e la responsabilità che ricopre, ci dichiari arancioni al mattino e ci comunichi il rosso nel tardo pomeriggio.” Va giù dura la presidente di Confcommercio Provincia di Pisa alla notizia che la Toscana passerà da lunedì in zona rossa.
Esprime tutto il proprio sdegno per una vicenda che si trascina ormai da oltre un anno: “Siamo stati chiusi per il Black Friday, chiusi la settimana di Natale, chiusi la prima settimana di gennaio, chiusi il giorno di San Valentino comunicato la sera prima, adesso ci chiudono per la settimana di Pasqua. Sono 14 mesi che per Decreti ci è impedito di lavorare, e nel frattempo continuiamo a pagare tasse e contributi. Abbiamo manifestato in piazza distanziati, abbiamo avanzato proposte che sono rimaste del tutto inascoltate. Fino ad oggi siamo gli unici ad aver dimostrato senso di responsabilità e grande sacrificio per il paese, ricevendo in cambio solo umiliazioni e nocumento. Dobbiamo passare alle barricate per far valere il nostro diritto, garantito dalla Costituzione, di lavorare e dare lavoro?” si domanda ancora Grassini.
“Una beffa inaccettabile, le cui conseguenze ricadono ancora una volta sulle spalle di imprese e famiglie”, così la definisce il direttore di Confcommercio Federico Pieragnoli: “c'è da restare senza parole considerando il livello di approssimazione e incompetenza alla quale assistiamo da tempo. Il tanto sbandierato modello italiano nel contrasto alla pandemia, alla prova dei fatti, si è dimostrato un incubo e un fallimento completo, i cui effetti non smetteremo di pagare nei prossimi anni”.
Fonte: Confcommercio Pisa - ufficio stampa